Scritto da Alessandro Maria Savoia

Il Gruppo G appare come una semplice questione a due tra Belgio e Inghilterra: quale tra le due compagini la spunterà conquistando la prima posizione è un pronostico arduo. Il tutto per tutto se lo giocheranno all’ultima giornata. Decisamente complicato invece il cammino di Tunisia e Panama.

Iniziamo con l’Inghilterra, da sempre uno dei più grandi misteri del calcio mondiale. Inventori del calcio come sport, creatori di quello che senza ombra di dubbio è il campionato più emozionante, affascinante e seguito del mondo, capace di dare asilo e sfornare talenti a ripetizione, la nazionale inglese rimane una delle rappresentative più incomplete della storia. I Tre leoni infatti hanno all’attivo una sola Coppa del Mondo, conquistata in una contestatissima edizione casalinga del 1966.

Arriva in Russia 2018 da imbattuta nelle qualificazioni, segno (sperano i tifosi d’oltremanica) di una svolta radicale in ambito internazionale. Alla guida Gareth Southgate, apprezzato ex difensore di Middlesbourgh e Aston Villa, che segue ad una serie di sfortunati ct: da Capello a Hodgson fino ad Allardyce. Gli inglesi si presentano con una squadra giovane (26,1 anni di media, quinta più giovane del torneo) e ambiziosa. In porta spazio a Pickford, estremo difensore dell’Everton in piena rampa di lancio. Dietro Cahill guiderà la difesa e soprattutto i ben più giovani compagni: Stones, Jones, Alexander-Arnold (solo 19 anni) tra gli altri. In mezzo Henderson e Dier le dighe a supportare l’estro di Lingard, Alli, Sterling e Rushford. Davanti invece la vera stella della compagine: Harry Kane. Ma occhio anche alle riserve di lusso Vardy e Welbeck. 

Arriviamo al Belgio, ormai stabilmente inserita tra le favorite di ogni competizione internazionale. La generazione di talenti di cui sta godendo il paese fiammingo ha pochi eguali al mondo: è arrivato però il momento di sfruttare l’attimo. Il ct Martinez si è ritrovato, dopo una deludente gestione Wilmots, a raccogliere una squadra fortissima ma poco organizzata. Evidente l’intento dell’ex allenatore di Swansea ed Everton di creare un gruppo di calciatori compatto e coeso. E così si spiegano le esclusioni eccellenti di giocatori come Nainggolan, Origi, Defour e Mirallas. In patria ha fatto scalpore soprattutto l’esclusione del centrocampista giallorosso, ritenuto uno dei giocatori più forti della nazionale. Scelta tattica, ha dichiarato Martinez mentre il giocatore affermava di essere stato escluso per motivi extra-campo. Sinceramente, col grande rispetto che si deve sempre dare ad un tecnico di livello internazionale, è veramente difficile comprendere perché il calciatore di origini indonesiane (al top in Serie A da almeno tre stagioni) rimanga a casa per fare spazio a giocatori in netto declino come Chadli, Fellaini o Dembele. La vera forza delle Furie rosse è naturalmente il reparto offensivo: De Bruyne, Hazard e Mertens inventano, Lukaku è un eccezionale finalizzatore. Occhio a Dedoncker, ottimo mediano di giovane età. Dietro invece i soliti problemi: poco dinamismo, età avanzata e terzini non pervenuti (Meunier a parte).

Passiamo alla Tunisia, giunta alla quinta apparizione ad un mondiale dove non è mai andata oltre al primo turno. Nell’ultima apparizione, a Germania 2006, riuscì a strappare un unico pareggio. Alla guida Nabil Maaloul, già commissario tecnico nel 2013, è passato poi per Kuwait e Qatar prima di fare ritorno alla nazionale del proprio paese. Ha chiuso il girone di qualificazione al primo posto, centrando l’ingresso al mondiale con un turno di anticipo. La maggior parte dei calciatori convocati dal ct tunisino milita in squadre locali. Degni di nota l’attaccante Kaazri, proprietà del Sunderland ma l’ultimo anno al Rennes, e il centrale Benalouane, con un passato tra Atalanta, Parma e Cesena. Occhio anche al giovane attaccante Srarfi, di proprietà del Nizza.

Infine arriviamo alla cenerentola Panama. Cenerentola non solo del girone ma di tutta la competizione. Per il piccolo paese centroamericano la qualificazione al mondiale 2018 è stata un’impresa praticamente impossibile, di quelle che solamente lo sport riesce a regalare. Giusto per intenderci: l’intero valore della rosa convocata in Russia si aggira (secondo Transfermarkt) intorno agli 8 milioni. Alla guida il colombiano Gomez, che ha avuto esperienze anche alla guida dell’Ecuador e del Guatemala, ma soprattutto della Colombia. La rete di Torres nella gara contro il Costa Rica, battuto 2-1 in rimonta, ha spedito per la prima volta la Marea roja ad un mondiale al termine di un girone di qualificazione entusiasmante. La rosa prescelta è la più vecchia del mondiale. Gli unici “europei” sono il portiere Penada (D. Bucarest), il difensore Davis (D. Streda) e Diaz, attaccante del Deportivo La Coruna. In avanti spazio al veterano Tejada mentre l’altro over 30, Gomez, giostrerà a centrocampo. 

CURIOSITA’ – Due giocatori inglesi detengono un curioso record: Whiteside nel 1982 è stato il più giovane calciatore a giocare una partita dei mondiali; James, nel 2010, è stato invece il più vecchio debuttante della storia della Coppa del Mondo. Gordon Banks, portiere storico della vittoria nel 1966, riuscì a tenere la porta inviolata fino alla semifinale del 1982 (con 442 minuti è sesto nella classifica d’imbattibilità al Mondiale). Un altro portiere, Shilton, detiene insieme a Barthez il record di partite giocate senza subire reti: ben 10. L’Inghilterra è tra l’altro l’unica nazionale al mondo ad aver conquistato un Mondiale senza vincere la competizione internazionale del continente d’appartenenza (Europeo).

Il Belgio ha ottenuto il miglior piazzamento nel 1986 (Messico) arrivando quarta. Le Furie rosse detengono il record di pareggi consecutivi nella competizione (più edizioni): 5 tra il 1998 e il 2002. E’ stata una delle squadre invitate a partecipare alla prima rassegna, in Uruguay nel 1930: in tale edizione racimolò due sconfitte contro Stati Uniti e Paraguay uscendo al girone. Vertonghen (101 gettoni) e Lukaku (34 reti) detengono rispettivamente il record di presenze e di gol in nazionale: entrambe sono stati convocati e possono migliorare ulteriormente il proprio record.

La Tunisia ha conquistato una Coppa d’Africa nel 2004, un Campionato delle Nazioni Africane nel 2011 e una Coppa delle Nazioni Arabe nel 1963. E’ alla quinta partecipazione alle fasi finali della Coppa del Mondo: l’esordio è arrivato nel 1978 in Argentina. Il record di presenze lo detiene l’ex difensore Jaidi (105) mentre quello delle reti è di Jemaa (36). 

Panama ha raggiunto in questa edizione la propria, storica, prima qualificazione ad un Mondiale. Vanta due secondi posti nella Gold Cup (2005 e 2013) e nel palmarès annovera solo la Coppa centroamericana del 2009. Tejada, esperta punta che milita nello Sport Boys, detiene il record di gol (43): potrà incrementare il proprio bottino nel corso dell’edizione odierna. Nel 2016 ha esordito anche in Coppa America dove però non è riuscita a superare il primo turno.

 

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