Scritto da Alessandro Maria Savoia

Nel Gruppo C si sfidano la Francia, grande favorita, il Perù, la Danimarca e l’Australia. Oltre ai Bleus i danesi sembrano i favoriti per raggiungere gli ottavi di finale. Più indietro Perù e Australia.

Quindicesima apparizione ad un Mondiale per la Francia. I Bleus vantano nel palmares la vittoria del 1998 tra le mura amiche più un secondo posto nel 2006 (che ci ricordiamo abbastanza bene). Alla guida Didier Deschamps, uno che l’Italia la conosce molto bene. Da calciatore prima, vestendone i colori per cinque stagioni, e da allenatore poi, artefice della promozione in Serie A dopo un solo anno di serie cadetta, ha scritto infatti un bel pezzo di storia della Juventus.

L’ex centrocampista di Bayonne è probabilmente uno dei tecnici più sottostimati (almeno dalle nostre parti) del panorama calcistico: in panchina ha vinto una Ligue1 a Marsiglia (ultimo a farlo) e ha sfioranto l’impresa di vincere la Champions League alla guida del Monaco. Dal 2012 è alla guida della nazionale con cui per il momento ha ottenuto un secondo psoto all’Europeo 2016 (giocato in casa) e i quarti di finale del Mondiale brasiliano del 2014. Scelte non facili quelle che ha dovuto compiere per la rassegna in terra russa: tra gli esclusi eccellenti in primis Benzema (ancora ostracizzato per motivi extracalcistici) e poi i vari Coman, Martial e Lacazette. Singolare il caso Rabiot, simbolo di una nazione che vive i tornei internazionali sempre con un pizzico di nevrosi: il centrocampista del Psg avrebbe rifiutato di partecipare ad un Mondiale in quanto non-titolare. Il tasso tecnico rimane comunque tra i più elevati della competizione: Lloris, Umtiti, Varane, Pogba, Kantè, Griezmann, Mbappè, Dembele giusto per citarne alcuni. Non andate a vedere le riserve se non volete provare invidia.

Passiamo al Perù, una delle “cenerentole” nascoste qua e là tra i vari gruppi. Per la Blanquirroja si tratta del quarto gettone ad una fase finale del Mondiale. L’ultima volta era il 1982 (e ci ricordiamo bene anche quel Mondiale), poi solamente attesa. Questa qualificazione, senza ombra di dubbio, rappresenta il più grande traguardo sportivo del ct Ricardo Gareca, argentino, che nel corso della propria carriera in panchina ha lasciato buoni ricordi soprattutto in Argentina. Per i biancorossi la sfida nel girone appare improvvida ma poter partecipare è già di per sé un mezzo miracolo: arrivati quinti nel girone di qualificazione, hanno rubato gloria e posizione ad una nazionale ben più quotata come il Cile. I giocatori selezionati militano per di più nel campionato nazionale o in campionati sudamericani. Ottima notizia la presenza del capitano Paolo Guerrero, a rischio per una squalifica a causa di un controllo antidoping nel quale è risultato positivo alla cocaina. Per il resto fiducia a tanti giovani, tra i quali spicca Tapia, e al veterano Farfan. Un gran pezzo di storia è già scritto, chissà che non ne esca qualcosa di memorabile.

La Danimarca si inserisce di prepotenza tra le “possibili sorprese” del mondiale russo. Per i danesi il Campionato del Mondo rimane un ostacolo abbastanza grande, visto che è appena alla quinta partecipazione. Se l’exploit del 1992 (Europeo) rimarrà per sempre tra le più grandi imprese del calcio moderno, quello del 1998 (Quarti di finale nel mondiale francese) ha fatto emozionare molti. In panchina Age Hareide, tecnico norvegese che ha girovagato un po’ per tutta la Scandinavia. E’ alla guida della Danimarca dal 2016. A disposizione del tecnico una rosa composta da molti prospetti interessanti e alcuni calciatori assolutamente affermati: è il caso di Eriksen, da cui dipenderanno, nel bene e nel male, le fortune dei danesi. Dietro spazio all’esperto Kjaer insieme a Christensen (Chelsea) e al recuperato Vestegaard. In mezzo invece Schone e Delaney forniscono tecnica e sostanza. Davanti poi osservati speciali Pione Sisto, Nicolai Jorgensen e Dolberg: giovani e talentuosi. Niente di meglio che un Mondiale per mettersi in mostra. 

Infine spazio all’Australia che raggiunge la quarta qualificazione di fila ad un Campionato del Mondo. Dal 2006 infatti i Socceroos non si perdono un appuntamento con la competizione calcistica più importante: e pensare che il calcio stenta a decollare a livello nazionale. Alla guida un olandese, Bert Van Marwijk, allenatore dalla comprovata esperienza che guidò l’Olanda alla finale del 2010, poi persa contro la Spagna. Tra i più attesi di sicuro il portiere Ryan, ora al Brighton, e Luongo, Qpr. Spazio anche per gli intramontabili Cahill e Milligan, che hanno preso parte agli ultimi quattro campionati del mondo. 

CURIOSITA’ – Just Fontaine, ex calciatore francese degli anni 60-70, vanta la seconda miglior media realizzativa (primo è Kocsis, ex calciatore ungherese) dei Mondiali con 2,17 gol a partita. L’attaccante stupì tutti nella rassegna svedese del 1958 segnando ben 13 reti in 6 partite, record ancora imbattuto. Non solo. Il primo gol in assoluto segnato ad un mondiale di calcio è stato siglato infatti da un giocatore francese: ad Uruguay 1930, Lucien Laurent, al 19esimo del primo tempo, siglò il vantaggio sul Messico nella partita inaugurale del torneo. La gara terminerà 4-1, il che farà della Francia la prima nazionale a vincere una gara ufficiale ad un Mondiale. Inoltre i Galletti detengono anche un altro curioso record: sono la squadra vincitrice di una Coppa del Mondo ad aver subito meno gol durante una competizione: 2 reti, nel 1998.

Abbastanza singolare la storia recente dell’attaccante, nonché capitano e giocatore più rappresentativo, del Perù, Paolo Guerrero. Il calciatore è risultato positivo alla cocaina in seguito ad un test antidoping dopo la gara contro l’Argentina dello scorso 5 ottobre. E’ stato squalificato inizialmente dalla Fifa per un anno. Squalifica poi ridotta a sei mesi e le porte del Mondiale si sono riaperte. Tuttavia il 14 maggio 2018 il Tas di Losanna gli ha inflitto una squalifica di 14 mesi, dopo ricorso dell’Agenzia mondiale antidoping. Ed ecco il nuovo colpo di scena: i capitani delle tre squadre che affronteranno il Perù nel girone al mondiale russo (Francia, Danimarca e Australia) hanno scritto e firmato una lettera richiedendo la riabilitazione del giocatore. Presto fatto: il Tribunale federale elvetico ha accettato di congelare la squalifica del Tas fino al termine del Mondiale. Tutto è bene quel che finisce bene.

La Danimarca ha esordito ufficialmente in un Mondiale solamente nell’edizione messicana del 1986, ovvero a ben 56 anni dall’istituzione del primo campionato del mondo. In quell’occasione la squadra scandinava non sfigurò affatto arrivando agli Ottavi di finale dopo aver chiuso il proprio girone al primo posto davanti a squadre del calibro di Germania Ovest e Uruguay. Nel 1998 poi riuscì a migliorarsi raggiungendo i Quarti di finale. Lì si arrese al Brasile (che arriverà in finale) dopo una gara tra le più emozionanti del torneo: i verdeoro s’imposero 3-2, non senza rischiare la clamorosa eliminazione. Un’ultima curiosità. La più larga vittoria della nazionale danese risale ai Giochi olimpici del 1908. In quel caso i danesi riuscirono ad imporsi, in semifinale, per ben 17-1 contro la Francia. Potrebbe essere di buon auspicio.

Il miglior risultato dell’Australia in un Mondiale sono i Quarti di finale del 2006. In quel caso la squadra, guidata da Guus Hiddink, si arrese solo negli ultimissimi minuti della gara contro l’Italia (che giocò in 10 buona parte della gara) grazie ad un rigore concesso agli azzurri a tempo quasi scaduto. I Socceroos sono inoltre una delle quattro nazionali al mondo ad aver vinto il titolo continentale di due confederazioni diverse: hanno conquistato sia la Coppa d’Oceania sia la Coppa d’Asia (essendosi spostati sotto la AFC).

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