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Sembrano lontani i tempi in cui il giovane Schick deliziava i palcoscenici italici con la camiseta blucerchiata.

Da allora la Roma ha speso una quarantina di milioni per portare questo gioiellino all'ombra del Colosseo. E proprio nella terra dei gladiatori il giovane Patrick è stato costretto ad abbassare elmo e gladio per riprendersi dalle beghe fisiche. Una volta tornato ha avuto la capacità di far intravedere il suo talento riuscendo anche a gonfiare la rete in Coppa Italia contro il Torino. Torino croce e delizia, perché il destino puó essere benevolo ma devi cogliere l'occasione al volo.

Nei minuti di recupero si è trovato tete-â-tete con Szczesny, come volesse riscrivere la storia e cambiare capitolo al racconto romanista. Nulla fa fare, con il pallone che viene calciato addosso al portiere bianconero ed i riflettori che si spengono sul numero 14 giallorosso. È proprio qui, peró, che i tifosi devono stargli vicino come una mamma farebbe con un figlio. Bisognerebbe tutelare i talenti e non affossarli ogni qual volta sbagliano. È dagli errori che si cresce e si matura, che sia un punto di svolta per la sua maturazione e non un baratro dal quale sarebbe difficilissimo uscirne. Il talento non si compra, rimane una Schickeria per pochi.