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La Premier League ha ormai un padrone vero e proprio: è il Chelsea di Antonio Conte che allunga a +9 sulla seconda. In Germania pari per il Bayern Monaco che non sfrutta il passo falso del Lipsia. La Ligue1 cambia capolista: scende il Nizza, sale il Monaco.

A voler trovare un elemento che accomuna la Francia e l’Inghilterra calcistiche di questa stagione si potrebbe citare un famoso detto popolare nostrano: mai farsi ingannare dalle apparenze. Perché di apparenze, infatti, alla luce di quello che vediamo adesso, si è parlato nella prima parte di stagione. Da una parte, “oltremanica”, il primo exploit del Manchester City targato Guardiola che ha messo paura a tutti, tifosi dei Citizens compresi; il multimilionario United di Mourinho, partito col vento in poppa e grazie ad un Ibrahimovic deciso più che mai a lasciare il segno anche nella culla del football; il Liverpool di Klopp, finalmente concreto e ribelle come quel vecchio Borussia Dortmund che aveva lasciato di stucco il mondo.

Insomma sembrava dovesse essere una lotta tra outsider e grandi attese, una corsa a cui il Chelsea di Antonio Conte, partito per la verità con buoni risultati, non avrebbe partecipato. Ma i campionati sono corse ad ostacoli, gare lunghe in cui lo scatto iniziale può contare molto poco, ed ecco che dal 30 ottobre (2-0 contro il Southampton) ad oggi i Blues del tecnico leccese hanno racimolato una sola sconfitta (derby contro il Tottenham del 4 gennaio) e un solo pareggio (contro il Liverpool il 31 gennaio). Una marcia trionfale che le inseguitrici non si aspettavano e alla quale non hanno saputo resistere. Il Chelsea è solitario in vetta, questo è chiaro, ma non si è limitato a fuggire, ha tentato con successo di “uccidere” la Premier League: +9 sul Tottenham secondo, +10 sul Manchester City terzo, +12 sui cugini dell’Arsenal strapazzati 3-1 sabato a Stamford Bridge.

Ed eccolo l’elemento in comune con i tanto odiati vicini francesi: perché la Ligue1 all’avvio, orfana a sorpresa della propria corazzata personale, il Psg, se l’era presa con forza la cenerentola Nizza. Squadra quadrata, con buone individualità, c’aveva messo poco a creare un piccolo solco rispetto alle ben più quotate rivali. Dietro il Monaco arrancava e come per Conte a Londra, dopo pochi mesi, qualcuno già vociferava che la testa di Jardim fosse in serio pericolo. Soprattutto il 4-0 subito proprio dal Nizza il 21 settembre scorso aveva messo in allarme i tifosi del Principato, pronti all’ennesima stagione di anonimato nonostante la ricca proprietà e il buon mercato. Ma anche in questo caso, da novembre, i biancorossi iniziano a marciare a ritmi serrati (una sola sconfitta contro il Lione il 18 dicembre) mentre il Nizza inizia a perdere colpi. Fino ad arrivare a sabato, scontro diretto allo Stade Louis II, e un secco 3-0 che ribalta del tutto la situazione rispetto a cinque mesi fa. Il Monaco adesso viaggia in solitaria con un vantaggio di soli 3 punti su Nizza e Psg, troppo poco per credere che questo campionato sia deciso, ma abbastanza per far sperare il Principato ad un mezzo miracolo sportivo che da quelle parti non si avvera da 17 anni.


Tornando in terra britannica, tralasciando l’andatura lenta delle “grandi”, vi sono da segnalare ad esempio la crisi di risultati del Leicester City, che domenica incassa dal Manchester United la seconda sconfitta consecutiva, la quarta nelle ultime cinque partite, e rimane pericolosamente vicino alla zona retrocessione. Mentre Mourinho cerca di dare una quadratura alla propria corazzata, riuscendoci a tratti in verità, Guardiola si gode l’impatto leggermente positivo di Gabriel Jesus, giovane attaccante brasiliano acquistato dai Citizens mesi fa ma approdato in Inghilterra solo a gennaio: il “Fenomeno”, come lo chiamano già in patria scomodando paragoni invadenti, ha già siglato 3 reti e un assist in due sole gare con la maglia celeste del City. Personalità, tecnica e cattiveria sembrano esserci in grandi quantità: Pep ha trovato la sua nuova punta di diamante.

Passiamo in Spagna dove il Real Madrid continua a mantenere la vetta nonostante abbia due gare in meno rispetto alle inseguitrici. I Blancos non scendono in campo nel fine settimana a Vigo a causa di un crollo nel tetto dello stadio del Celta. Ne approfitta a pieno solo il Barcellona che si sbarazza facilmente dell’Athletic Bilbao con un secco 3-0 nonostante l’inserimento di qualche seconda linea. Incappa in uno 0-0 casalingo contro il Villareal invece il Siviglia, che rimane terzo a quota 43 e perde l’occasione per agganciare, anche se solo virtualmente, il Real. Vince anche l’Atletico Madrid contro la neopromossa Leganes ma i Colchoneros viaggiano ormai a -7 dai cugini, virtuale -13, e nutrono ben poche speranze di riagganciare le prime posizioni.

In Bundesliga manca l’allungo sul Lipsia il Bayern Monaco di Carlo Ancelotti che non riesce a superare in casa lo Schalke04: a Lewandowski risponde Naldo e i bavaresi guadagnano un solo punto sulla seconda. Il Lipsia infatti cade sul campo del Borussia Dortmund: si tratta della seconda sconfitta nelle ultime quattro gare compreso lo scontro diretto dello scorso 21 dicembre perso 3-0 all’Allianz Arena. Il Bayern sale a 46 punti e il Lipsia rimane a 42, dando i primi segni di affanno reale nella corsa al titolo. Rimane comunque il solco netto rispetto alle altre: il Francoforte, terzo, è a ben 7 punti dalla seconda e il Dortmund a -8.