Inaspettata vittoria del Portogallo dopo una finale molto tirata. Decide un gol di Eder, attaccante oriundo di proprietà del Lille, a dieci minuti dalla fine dei supplementari: la Francia si dispera.

Alla fine è arrivata davvero la sorpresa: in una stagione calcistica che di sorprese (vedi il Leicester City) ne ha viste abbastanza non poteva certo mancare un inaspettato vincitore degli Europei.

Il Portogallo di Cristiano Ronaldo, ma senza Cristiano Ronaldo, la sfanga grazie alla rete al 109’ di un certo Eder, attaccante della Guinea Bissau naturalizzato portoghese, che dopo aver fallito quasi tutte le proprie avventure calcistiche realizza forse il gol più importante della propria carriera e della storia di un’intera nazione calcistica.

Per i lusitani infatti si tratta del primo trionfo in assoluto in un torneo internazionale e rappresenta anche la rivincita più bella per quella finale del 2004, in casa, che regalò invece alla storia un altro miracolo sportivo del calcio moderno: la Grecia.

Dopo un cammino piuttosto rocambolesco, segnato da una sola vittoria nei 90 regolamentari su sette partite disputate e da una tendenza al pareggio piuttosto preoccupante per certi versi. Ma pochi, anzi pochissimi, all’inizio della competizione avrebbero puntato qualcosa sulla vittoria finale della squadra di Fernando Santos che, come poi in effetti si è rivelato, non sembrava avere quel qualcosa per reggere il gioco delle formazioni più quotate. Se poi ci mettiamo che Cristiano Ronaldo, nonostante i tre gol finali, ha giocato in condizioni precarie e ha dovuto abbandonare i compagni dopo solo 15’ durante la sfida con la Francia ci rendiamo conto di come questo possa risultare ancora di più un risultato inaspettato.

Il cammino dei lusitani è cominciato con un 1-1 deludente contro l’Islanda per poi proseguire con un ancor più deludente 0-0 contro l’Austria e un pirotecnico 3-3 contro l’Ungheria. Il passaggio del turno come “migliore terza” è sembrato già di per sé un miracolo e difatti la sfida agli ottavi contro la Croazia, una delle squadre migliori per gioco e qualità tecniche, avrebbe dovuto sancire un’eliminazione scontata. Invece la gara rimane bloccata, i croati mancano l’appuntamento col gol e in ripartenza, a tre minuti dalla fine dei supplementari, Quaresma sigla il gol vittoria. La Polonia, ai quarti, appare come un avversario più abbordabile ma il copione non cambia: 1-1 nei 90 minuti e i rigori danno ragione ai portoghesi. E arriviamo all’unica gara vinta nei tempi regolamentari, la semifinale contro il Galles. Bale & co. si presentano da cenerentola vera e propria, prima partecipazione ad un Europeo e semifinale raggiunta, ma non riescono , complici anche delle assenze, a tenere testa al Portogallo: bastano tre minuti di Ronaldo, non quello migliore ma una versione comunque più attiva, a far crollare la squadra britannica e a regalare la finale ai lusitani.

Eccoci arrivati all’atto conclusivo: la Francia padrona di casa si è sbarazzata dell’Islanda con un secco 5-2. I “galletti” sono sicuramente i più quotati sia per valori tecnici che per solidità: neanche la nazionale di Deschamps ha mostrato grande calcio ma su sei partite disputate può vantare cinque vittorie e un pareggio senza mai ricorrere a tempi supplementari e rigori. Il cammino dei padroni di casa non è stato certamente proibitivo, esclusa la semifinale contro una Germania piuttosto malconcia, ma ha comunque svolto il proprio compito a dovere.

La Finale si dimostra subito una partita piuttosto nervosa e bloccata: il Portogallo punta più che altro ad attendere e a ripartire mentre i “bleus” provano ad imporre il loro ritmo. Subito Griezmann spaventa con un colpo di testa Rui Patricio che sventa in angolo con un grande intervento. Al quarto d’ora l’infortunio di Ronaldo rappresenta uno spartiacque importante della gara: intervento brutto di Payet sul ginocchio dell’attaccante portoghese che lo mette ko senza che venga neanche fischiato fallo. Le lacrime del giocatore fanno subito pensare a qualcosa di serio e difatti, dopo un tentativo disperato di rientrare in campo per non perdersi una partita così importante, è costretto al cambio uscendo dal campo in barella e disperato. La partita non cambia volto ma le sicurezze dei portoghesi vacillano e la Francia prende campo e coraggio lasciando agli avversari solo qualche ripartenza mal sfruttata. A salire in cattedra è Sissoko, centrocampista francese, che con un paio di accelerazioni mette in seria apprensione la retroguardia lusitana. Il secondo tempo si apre con il primo squillo di Pogba che prova a colpire da fuori con poca fortuna. E’ il momento migliore dei francesi che sfiorano la rete ancora con Griezmann e poi con Giroud che viene sostituito da Gignac. Dentro anche Coman, che prova subito a lasciare il segno con alcuni cross velenosi in area, al posto di uno spento Payet. A ridosso dello scadere del secondo tempo è però il Portogallo a riavvicinarsi al vantaggio con un tiro-cross di Nani, smanacciato da Lloris, e la conseguente rovesciata di Quaresma che il portiere del Tottenham blocca in sicurezza. Infine, prima che l’arbitro fischi la fine, c’è tempo per l’occasione più ghiotta della Francia: Gignac si gira in area, posizione defilata, e colpisce il palo interno. Palla che danza in area e viene poi allontanata tra le urla di disperazione del pubblico di casa.

Tempi supplementari che vedono stranamente i portoghesi più attivi. Eder, subentrato nel secondo tempo regolamentare al posto di Renato Sanches, ci prova con un colpo di testa da calcio d’angolo. Poi è Guerreiro a pareggiare il conto dei pali cogliendo la traversa da punizione. Arriva infine il 109’ minuto: Eder lotta con i centrali francesi sulla trequarti, si sposta verso il centro in diagonale tenendo a distanza gli avversari e all’improvviso esplode un destro rasoterra verso la porta. Palla che prende di sorpresa Lloris, forse al primo e unico errore in questo Europeo, e s’insacca nell’angolo basso. E’ un gol molto bello quello della punta portoghese che fa esplodere di gioia la panchina e anche uno zoppicante Cristiano Ronaldo, tornato in campo ad incitare i compagni. E non si limita ad incitarli ma si mette accanto a Santos a dare indicazioni, a gesticolare e a riprendere il povero Guerreiro che a tre minuti dalla fine accusa dei crampi e vorrebbe rimanere a bordo campo. I dieci minuti finali non regalano occasioni alla Francia che si riversa in avanti disperatamente: Martial ha una buona palla in area ma non riesce a sfruttarla.

Al triplice fischio scatta la festa portoghese tra pianti e salti di gioia. E’ la prima volta che il Portogallo vince un torneo internazionale e lo fa senza il suo giocatore più rappresentativo e con quel pizzico di magia, e meraviglia, che solo il calcio riesce a dare.