Marcos Cafu, campione d'Italia con la Roma nel 2000-01, è intervenuto ai microfoni della radio ufficiale del club. Queste le sue parole:

Il tuo palmares è sterminato.

Grazie, è molto piacevole sentir parlare di tutti i titoli che ho vinto nel mio passato, a livello individuale, con le squadre di club e con la Nazionale.

Sei il primatista assoluto di presenze con la maglia del Brasile.

Sì, ho 148 presenze con la Nazionale. E' una soddisfazione doppia, sono l'unico che ha così tante presenze, ho fatto 4 Mondiali e 3 finali e anche essere il primatista di presenze del Brasile ai Mondiali è motivo di orgoglio. Essere convocato per una partita con la Nazionale è già il massimo, immaginate così tante...

Il tuo rapporto con Roma.

E' un grandissimo rapporto, molto particolare. Ho tanti amici fuori dal campo, amicizie che mi sono costruito negli anni in cui ho vestito la maglia della Roma e che coltivo ancora oggi. Ma sono rimasto amico anche con i miei vecchi compagni di squadra. Ho un ottimo ricordo della città e dell'accoglienza che fu riservata a me e alla mia famiglia. Tra l'altro la Roma è sempre stata molto famosa in Brasile perché ha avuto tanti campioni brasiliano e per me era incredibile pensare di essere anche io tra i calciatori brasiliani così conosciuti a Roma. 

Il più grande di tutti è stato Falcao.

A lui devo tantissimo. E' stato il mio primo allenatore con la Nazionale, mi ha convocato nel 1990 per una partita in Spagna. Lì è iniziata la mia carriera con il Brasile, lui ha creduto subito in me e io gliene sarò per sempre grato. 

L'anno dello scudetto.

Vincere lo scudetto con la Roma non è una cosa semplice. Esserci riusciti ci dà un posto di rilievo nella storia del calcio romano e italiano. Quando l'arbitro ha fischiato la fine dell'ultima partita, col Parma, è stato un momento bellissimo. Il coronamento di una stagione non facile, ma di cui alla fine restano bellissimi ricordi, come quando si vince. Vincemmo il derby, avevamo una squadra forte e consapevole di ciò che voleva, ricordo tutti i gol dei miei compagni. Ma la cosa più bella fu vedere i tifosi festeggiare per mesi nelle strade, negli uffici, nei negozi e aver regalato loro una grande gioia.

Tu hai smesso a 38 anni. Cosa pensi quando vedi Totti, a 39, ancora decisivo?

Totti è un campione, è il simbolo della Roma. A quasi 40 anni ha ancora voglia di giocare, correre, dimostrare di poter essere decisivo. Questo è bello per tutti noi calciatori. Solo noi sappiamo quando è il momento di smettere e cosa ci comunica il nostro corpo. Solo noi ne siamo consapevoli. Il capitano ha voglia di giocare e di rendersi utile, questo è bellissimo. Ho giocato fino a 38 anni, ma mica riuscivo ad essere decisivo come lui. Lui sa benissimo cosa deve fare e vederlo giocare anche solo per 20-30 minuti è sempre piacevole.

Il tuo sombrero a Nedved al derby.

Ho rivisto tante volte quell'azione. Ogni volta che incontro i tifosi della Roma mi parlano di quel pallonetto, mi chiedono di raccontarlo. E' stata un'azione veloce, rapida, bella da vedere. Nedved è un grandissimo calciatore, ma in quel momento non poteva fare niente. 

Cosa fa Cafu oggi. 

Ho una mia fondazione in Brasile che segue 150 bambini. Sono consulente dello sport per il governo brasiliano. Viaggio nel mondo rappresentando lo sport brasiliano. Sono sempre in giro e ho molte attività a livello internazionale. Inoltre ho una mia azienda per la gestione dei calciatori e la organizzazione e promozione di eventi. Non mi annoio. 

Ti aspettiamo a Trigoria.

Grazie. Tornare a Trigoria è sempre un piacere e appena posso verrò sicuramente.