Scritto da Giovanni Sidoni

Analisi della Quinta Giornata del Campionato Italiano di Serie A

LOTTA PER LO SCUDETTO JUVENTUS FC: 15 Pts AS ROMA: 15 Pts

Non conosce soluzione di continuità la corsa allo Scudetto di Juventus e Roma. Le due compagini in prima posizione sconfiggono delle avversarie insidiose e restano appaiate a 15 punti, preparandosi non solo ad una due giorni di Champions ad alto coefficiente di difficoltà (la Roma dovrà uscire indenne dall'Etihad Stadium contro il City, la Juventus avrà l'obbligo di cercare punti contro l'Atletico Madrid in Spagna) ,ma addirittura ad un drammatico scontro diretto domenica prossima, appena prima della pausa per le Nazionali.

Tornando agli ultimi ostacoli prima di questa settimana di fuoco, la Roma si libera, seppur con qualche problema di troppo, dell'Hellas Verona; gli scaligeri vengono sconfitti con un 2-0 firmato dall'ormai solita coppia Florenzi-Destro, con il secondo gol giallorosso che è un autentico capolavoro dalla distanza del bomber ex-Siena; certo, non si può non considerare che fino al 75' la difesa di Mandorlini aveva controllato senza troppa sofferenza la pressione degli uomini di Garcia e che il Verona aveva comunque collezionato un paio di buone occasioni ben respinte da De Sanctis, a dimostrazione che anche tra le prime della classe e le squadre che lottano a metà classifica la linea dell'equilibrio è molto tenue. Un discorsi simile va fatto per la Juventus, squadra capace di sbancare un campo difficile come Bergamo con un netto 3-0 ma che deve accendere un cero a San Gigi Buffon, autore di una parata decisiva sul rigore di Denis, concesso sullo 0-1 per Madama. Proprio sul ribaltamento di fronte scaturito dal rigore parato, Carlos Tevez trova la sua doppietta personale, lasciando il tris a Morata su assist di Pereyra. Poco di nuovo da dire sulla squadra di Allegri: compatta, funzionale, forte di automatismi antichi ma animata da uno spirito propositivo che pare (va detto sottovoce, ma va detto) decisamente nuovo; il tecnico livornese non pare aver toccato nulla nell'impianto di gioco lasciato da Conte, e la grande voglia dei bianconeri ora sembra diretta conseguente del carattere dei giocatori stessi, liberi dalla presenza ingombrante del carismatico ct della Nazionale. Se sarà un pregio o un difetto lo sapremo solo a lungo andare, ma resta il fatto che, per il momento, i giocatori della Juventus stanno beneficiando di questa situazione; perché allora non iniziare a guardare con positività al lavoro di Allegri?

CORSA PER L'EUROPA UDINESE CALCIO: 12 Pts UC SAMPDORIA: 11 Pts FC INTERNAZIONALE: 8 Pts AC MILAN: 8 Pts HELLAS VERONA: 8 Pts SSC NAPOLI: 7 Pts SS LAZIO: 6 Pts AC FIORENTINA: 6 Pts

La lotta per l'Europa registra il passo in avanti deciso della Sampdoria di Mihajilovic, vincitrice di un derby molto intenso contro i cugini del Genoa che la catapulta al quarto posto in classifica, con 11 punti. Decide la partita, fino a quel momento molto bloccata, una punizione di Gabbiadini sfiorata davanti la porta dal genoano De Maio, con i doriani che da quel momento in poi si chiudono e resistono al ritorno del Grifone ,autore di un autentico assalto in quell'ultimo quarto d'ora. Più in alto dei blucerchiati, al terzo posto con 12 sorprendenti punti, si arrampica l'Udinese. Il sodalizio allenato da Stramaccioni sistema nel posticipo del lunedì il Parma per 4-2, contando sul solito Di Natale (doppietta) e sulle conferme positive di Hertaux e Thereau, col secondo già in gol settimana scorsa contro la Lazio all'Olimpico. Il Parma non è più il gruppo sorprendente dello scorso anno e le assenze di Paletta e Biabiany (insieme alla partenza di Parolo) hanno trasformato in negativo la squadra di Donadoni, ma una vittoria così netta non può passare inosservata: i friulani vanno inquadrati tra le sorprese più belle di questo avvio di campionato, almeno quanto la Sampdoria dello spiritato presidente Ferrero. L'anticipo del lunch-match decreta invece la mezza rinascita del Napoli. In un campo ostico, con una vittoria sudata e tremolante fino all'ultimo secondo, gli uomini di Benitez si impongono per un 0-1 su un Sassuolo sfortunato (clamorosa la traversa di Peluso nel finale) ma povero, seriamente indiziato a lottare fino alla fine per la salvezza. Decide un gol di Callejon, servito da un preciso assist del Pipita Higuain ed ormai punto fisso dello schieramento napoletano. Non è certo abbastanza per parlare di crisi superata, ma tre punti così, in un momento così, pesano come un macigno per il morale dei partenopei. Chi fa saltare il banco, in modo anche clamoroso, è l'Inter: la squadra di Mazzarri si scioglie come neve al sole contro un Cagliari finalmente zemaniano (nel senso positivo della parola, dato che nel senso negativo l'avevamo visto fino ad oggi) e subisce un 1-4 netto e senza possibilità di replica. Succede tutto nel primo tempo, con la clamorosa tripletta di Ekdal che segue al gol di Sau ed al pareggio del solito Osvaldo; nel mezzo, Handanovic si rende protagonista del suo classico show parando un calcio di rigore di Cossu e Nagatomo si fa espellere, annichilendo le possibilità di rimonta nerazzura. La ripresa ha poco da raccontare, con l'Inter che dovrebbe farsi due domande sul famoso progetto di costruzione e su quanto un tecnico come Mazzarri sia idoneo a queste ambizioni;il Cagliari, dall'altra parte, cancella con un colpo di spugna tutto il male che aveva disseminato fino a questo punto e mostra finalmente di iniziare ad applicare al meglio l'ideologia del boemo: le prossime partite avranno il valore di continue prove del nove su quanto di buono visto oggi, con la certezza che, se questo equilibrio tra i reparti dovesse reggere, la salvezza sarebbe decisamente più di un miraggio. Il Milan fa un mezzo passo indietro rispetto all'inizio spumeggiante della stagione e rischia grosso a Cesena. La squadra di Bisoli va avanti con il gol di Succi, abile ad approfittare di una presa decisamente difettosa di Abbiati ed a buttare in rete l'1-1 a porta vuota, ma subisce il pari ospite con Rami, su azione di corner battuto dallo specialista Honda. Nella ripresa, nonostante lo sforzo rossonero di sfondare l'arcigna difesa romagnola, è Zapata a farsi espellere per fermare un pericoloso contropiede dei padroni di casa, e da li in poi la velleità del Milan di fare risultato pieno salutano definitivamente l'ormai prossimo Orogel Stadium. Peccato ,perché gli automatismi di gioco della trequarti milanista, richiesti (e trovati) da Inzaghi ad inizio stagione, sembrano iniziare ad incepparsi, dopo aver dimostrato di poter essere una bella e valida arma a disposizione dei rossoneri. La Lazio si rilancia nell'ultimo posticipo della giornata e scavalca molte contendenti, arrivando a sei punti. Al Barbera, contro un Palermo fino a quel momento sempre in palla, i biancocelesti si impongono per 4-0 e scoprono il talento di Djordjevic, bomber serbo autore di una tripletta che non lascia scampo alla squadra di Iachini. Parolo chiude i conti al 90', con una vittoria netta che rende alla Lazio almeno una parte di quello che la sfortuna le aveva tolto in queste prime giornate di campionato. Adesso, con i nuovi acquisti che stanno letteralmente trainando la squadra (Djordjevic, Braafheid, Basta, Parolo, Gentiletti prima di rompersi), quando si torna tutti a contestare il Presidente Lotito e Tare? Resta vicina al treno europeo la Fiorentina, che pure soffre e rischia di perdere a Torino contro una squadra rivitalizzata nell'ultima settimana. In una partita che finisce con un pari giusto e scoppiettante e che vede il ritorno nel nostro calcio del portiere belga Gillet ( che tra l'altro risulta tra i migliori in campo), i granata si illudono con Quagliarella e si fanno rimontare da Babacar; il risultato non può soddisfare appieno nessuna delle due compagini, ma in dei momenti così travagliati dare continuità di movimento alla classifica è una panacea per molti mali.

META' CLASSIFICA GENOA CFC: 5 Pts TORINO FC: 5 Pts ATALANTA BC: 4 Pts PARMA FC: 3 Pts CITTA' DI PALERMO: 3 Pts

Il groppone di centro-classifica subisce una clamorosa battuta d'arresto e vede sconfitte in maniera abbastanza netta tutte le sue componenti, ad eccezione del Toro. Detto proprio dei granata, che approfittano dell'empasse viola nel trovare la via della rete e bloccano gli uomini di Montella sull'1-1, e detto anche dello sfortunato derby del Genoa, resta da sottolineare la pur discreta prestazione dell'Atalanta, sconfitta per 0-3 dalla Juventus all' Atleti Azzurri D'Italia. I bergamaschi, finora la squadra che ha ricevuto più conferme in ottica di costruzione con i giovani (da Zappacosta a Sportiello, passando per Baselli e Boakye), spreca il rigore del pari con Denis, permettendo alla difesa di Madama di restare vergine dopo ben 5 giornate, e subisce il momento magico di Tevez, autore di una doppietta taglia-gambe. La classifica piange, ma un cauto ottimismo suggerisce di dare tempo all'Atalanta per avere le giuste rivincite. Il Palermo ed il Parma escono con le ossa rotte dai posticipi del lunedì: la squadra di Donadoni si vede sconfitta per 4-2 al Friuli nonostante i gol della piacevole sorpresa Josè Mauri e del solito Cassano, mentre i siciliani subiscono un 4-0 troppo largo dalla Lazio al Barbera, influenzato fortemente dalla mancanza di precisione sotto porta di Dybala e Vazquez.

BAGARRE SALVEZZA AC CESENA: 5 Pts CAGLIARI CALCIO: 4 Pts CHIEVO VERONA: 4 Pts EMPOLI FC: 3 Pts US SASSUOLO: 3 Pts

Il cucchiaio di legno, alla quinta giornata, si trasferisce (abbastanza clamorosamente, visto il mercato estivo) a Sassuolo. Una squadra di buon valore non riesce a trovare la vittoria nemmeno in questo turno e subisce la seconda sconfitta stagionale ad opera di un Napoli manco troppo convincente; preoccupa, nel gioco di Di Francesco, la difficoltà a trovare la via della rete, visto che il solo gol trovato fino ad ora risale addirittura alla prima giornata, contro il Cagliari di Zeman (non proprio la più granitica delle difese, insomma). Tra le altre pericolanti, il Cesena si conferma ostico avversario quando gioca in casa, riuscendo a fermare sul pari (e rischiando anche di andare a vincere, vista la superiorità numerica ed il gol annullato nel finale) contro il Milan di Inzaghi, mentre uno spareggio anticipato vede il Chievo farsi riprendere dall'Empoli. I clivensi passano con l'assist di Paloschi a Meggiorini, bravo a sbloccare una partita troppo condizionata dalla paura di perdere di entrambe le squadre, mentre il giovane Puciarelli conferma il suo magic-moment e trova il pari toscano con una sponda di Maccarone. Da lì in poi sono proprio i giovani terribili di Sarri ad imporre il loro gioco, ma la solita inesperienza regala degli errori sotto porta che chi lotta per non retrocedere non si può permettere. Nel Chievo, ancora una nota di merito per Bardi, ma il pari casalingo contro una neopromossa non deve (non può) accontentare mister Corini. Risorge in modo clamoroso il Cagliari di Zeman. Più volte avevo sottolineato i miei dubbi sull'efficacia del gioco del boemo in un campionato poco avvezzo a grandi sbilanciamenti (difensivi o offensivi, non importa quale dei due); oggi, però, va tributato al tecnico ex-Roma un grande applauso per una partita quasi perfetta, condizionata certamente dall'espulsione di Nagatomo ma giocata in maniera praticamente perfetta dai suoi. Non so da quanti anni il Cagliari non vinceva a San Siro e non mi interessa andarlo a controllare, ma è certamente sotto gli occhi di tutti lo spessore dell'impresa dei sardi, guidati da un Ekdal autentico mattatore alla sua prima tripletta in Serie A. Il calcio di Zeman è un sogno, un'utopia, ed a vivere di sogni si rischia di svegliarsi con la fronte sudata e nulla nelle mani; quando, però, quei sogni si realizzano e si vivono giornate come queste, fosse anche l'ultima che il Cagliari del boemo ci darà, non si può che reagire con un grande sorriso e con il cuore emozionato. Un cuore emozionato che, per chi vive di calcio, forse è l'unica cosa davvero importante.

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