Scritto da Giuseppe Satira

Le basi per una stagione 2020-21 da protagonista per i Brooklyn Nets erano state gettate già nell’estate 2019.

Proprio in quel periodo la franchigia newyorkese aveva firmato ad inizio free agency i contratti di Kyrie Irving, DeAndre Jordan e Kevin Durant, con la consapevolezza che l’ex stella di Thunder e Warriors avrebbe saltato tutta la stagione 2019-20 a causa dell’infortunio al tendine d’achille patito nelle Finals dell’anno precedente, perse poi dai Golden State Warriors contro i Toronto Raptors.

Dopo due stagioni terminate con l’eliminazione al primo turno dei Playoff, i Nets hanno completato la trasformazione del loro roster con l’arrivo del coach Steve Nash e con la trade che ha portato nella Grande Mela l’MVP della stagione 2017-18 James Harden dagli Houston Rockets, ma anche il sacrificio di Caris LeVert in direzione Indiana, Allen e Prince con destinazione Cleveland e, infine, Kurucs e 3 prime scelte non protette ai prossimi draft che hanno fatto il percorso inverso del “Barba”.

La scelta dei Nets è evidente: vincere e farlo subito. Avere in quintetto tre All-Star quali Irving, Durant e Harden è un chiaro messaggio in questo senso ma da solo non basta se non accompagnato dai risultati e dalla continuità offensiva e difensiva della squadra.

Risultati che stanno comunque premiando i Nets, attualmente secondi solo ai Philadelphia 76ers nella Eastern Conference con un record di 28-14 con una sola sconfitta in più di Philadelphia. Se a ciò aggiungiamo che coach Steve Nash ha potuto contare su tutte e tre le sue stelle, dall’arrivo di Harden a metà gennaio, solo in 7 partite sulle 29 disputate, complice soprattutto i problemi fisici che stanno tenendo Durant lontano dal parquet, i risultati sono più che confortanti.

Il giocatore che sta attualmente dimostrando una maggiore maturità di gioco è James Harden, su cui si erano posti tanti dubbi circa la possibile convivenza con i due compagni. Abituato con la canotta dei Rockets a giocare un numero altissimo di isolamenti, con un accentramento quasi totale del gioco nelle sue mani che gli ha permesso di ottenere medie di 36.1 e 34.3 punti a partita nelle ultime due stagioni, il “Barba” ha fatto vedere ottime doti di coinvolgimento dei compagni, tanto da avere al momento una media di 11.4 assist a partita.

A ringraziare sono i tiratori dalla linea dei 3 punti come Joe Harris, che registra un 48,8% di triple realizzate su triple tentate, e l’ala grande Jeff Green, che sta disputando la sua miglior stagione dall’arco con un sorprendente 42,1%.

La stagione è ancora lunga e altre 30 partite più i Playoff aspettano i nuovi Big Three formatisi a Brooklyn, ma le premesse sono incoraggianti e, infine, la firma nei giorni scorsi di Blake Griffin consolida ancora di più le ambizioni di vittoria dell’anello da parte della franchigia del Barclays Center.

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