Scritto da Antonio Bartalotta

La morte di Gigi Proietti colpisce al cuore. In molti provano la sensazione di aver perso una persona di famiglia. Non solo è Roma ad essere colpita al cuore, ma tutta l’Italia. Se ne va nel giorno del suo 80esimo compleanno.

Un personaggio amatissimo, un artista poliedrico. E’ stato attore teatrale e cinematografico, drammaturgo, regista, cantante, showman e tanto tanto altro. Se ne va, guarda caso, nel momento peggiore per il Teatro, un Teatro che la pandemia ha costretto a chiudere i battenti. Forse, inconsciamente, si è rifiutato di vedere una situazione del genere che mai avrebbe immaginato di vivere.

Ognuno di noi porta con sé un ricordo particolare dell’ultimo mattatore. Chi ricorda lo sketch del “Cavaliere bianco e del Cavaliere nero”, chi le innumerevoli rappresentazioni di “A me gli occhi please”, chi "Gastone" e chi le sue interpretazioni delle canzoni romane che all’ascolto fanno venire gli occhi lucidi. Gigi Proietti ha avuto la grande capacità di rappresentare tutte le generazioni. C’è chi appartiene ad una certa fascia d’età che porta con se i magici momenti al Teatro Tenda, un Teatro finalmente accessibile a tutti dove anche chi apparteneva ad un ceto medio-basso poteva permettersi di andare a vedere i suoi spettacoli. Anche i giovani, attraverso le nuove tecnologie, hanno apprezzato le sue performance. A chi non è capitato di vedere i propri figli ricercare sulle varie piattaforme degli sketch di Gigi Proietti?

Un artista vicino alla gente, “Core de Roma” è la giusta espressione che la città eterna ha riservato ai grandi come lui. Ed ora, è bello immaginarlo insieme ad Alberto Sordi, Nino Manfredi, Vittorio Gassman mentre si scambiano i ricordi di una vita che non c’è più, e forse, guardando dalla finestra, ci si accorge di avere la sensazione di invidiarli. Ciao Gigi.

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