Francesco Acquaroli, dopo il boss Samurai di Suburra e Sebastiano, l'amico fuorilegge del vice questore Rocco Schiavone, decide di "rovinarsi" la reputazione di duro della mala romana interpretando un personaggio farsesco e paradossale che si ispira al famoso racconto di Nicolaj Gogol.

In questo divertente spettacolo il protagonista si risveglia all'improvviso senza naso, ma la sua unica preoccupazione di aver perso anche la rispettabilità nella buona società che frequenta. "Un omo senza naso che omo è?" Con vittimismo fantozziano si lancia dunque all'inseguimento del suo Naso che fugge in città vestito da cardinale, ma è inseguito a sua volta dal suo stesso pregiudizio sociale, perché "a un omo timorato nun gliè capitano 'ste cose!".

A inseguire le sue gesta in scena due giovani polistrumentisti con sonorità acustiche ed elettroniche, che accompagnano narrativamente e musicalmente l'intera vicenda grazie alle musiche di Pino Cangialosi. Una riscrittura in romanesco colto di un classico gogoliano con cui l'autore Pierpaolo Palladino narra le ansie dell'abate Corvallone, alter ego del Kovalòv gogoliano, nella Roma del Papa Re, specchio di un mondo analogo al nostro, in cui la forma e il buon nome in società sono l'essenza stessa dell'uomo.