Scritto da Redazione

Lui, rimasto senza un soldo, affittuario di uno scantinato buio e polveroso; lei, inquilina del piano di sopra, davvero troppo nevrotica: una disperata storia d’amore tra due separati si intreccia con la storia di quattro amici che nonostante problemi e diversità non si separano mai.

Si apre il 27 settembre la stagione 2016/17 del Teatro de’ Servi con “Separati”, la nuova commedia scritta e diretta da Alessandro Capone, già noto al pubblico teatrale per “Uomini sull’orlo di una crisi di nervi”.

 

Con "Separati", Alessandro Capone torna a raccontare l'universo maschile, questa volta dal punto di vista dei padri separati, spesso accusati di non assumersi le proprie responsabilità, di ignorare i bisogni femminili, di non saper rispondere ai propri obblighi paterni. E' una riflessione sulla difficoltà di capirsi, sui luoghi comuni e gli stereotipi che polarizzano gli uomini e le donne su posizioni spesso conflittuali e di cui tutti, in un modo o nell'altro, abbiamo fatto esperienza.

"Separati" gioca con le difficoltà dei padri che non vivono con i propri figli e che spesso vengono giudicati per il loro amore per la birra, le soluzioni semplici e gli streap tease, ma gioca anche con i cliché femminili: l'insicurezza, la fragilità, l'indecisione, la frustrazione esagerata, la nevrosi. Ritratti disarmanti ed esilaranti di un'umanità sempre più social ma che ha sempre più difficoltà a mettersi in gioco umanamente. Perché è così difficile "andare fino in fondo" in una relazione? Perché non riusciamo ad apprezzare chi ci sta accanto.

A riscattare le relazioni sentimentali alla deriva ci pensa l'amicizia fra quattro amici - gli affiatati Francesco Bauco, Roberto D’Alessandro, Giampiero Mancini e Massimiliano Vado - che nonostante le difficoltà e le diversità non si separano mai. Il ruolo femminile è affidato alla showgirl Emy Bergamo.

In questa panoramica sui problemi dei 30/40enni, in cui molti potranno identificarsi, alla fine vince l'amore dei genitori per i figli. Un sentimento profondo che non viene intaccato dalle correnti tempestose del quotidiano. Ma a vincere è soprattutto l'ironia, forse l'unica forma terapeutica che permette ancora una catarsi.

powered by social2s