Sherlock Holmes. Chi non ha presente il detective più celebre di tutti i tempi?

Il personaggio, nato dalla penna del grande Sir Arthur Conan Doyle, è entrato nell’imaginario collettivo per i suoi mitici misteri portati alla luce grazie al suo intelletto e la sua intuizione e i molteplici criminali smascherati, sempre in compagnia del fido dottor Watson.

La carismatica e articolata figura è stata negli anni trasposta, sia dal grande che nel piccolo schermo; possiamo ricordare, per citarne solo alcuni, i recenti Sherlock con Benedict Cumberbatch e Martin Freeman, oppure le trasposizioni cinematografiche di Guy Ritchie con protagonisti Robert Downey Jr. e Jude Law.

Una delle nuove serie di Netflix che ha in poco tempo riscosso un buon successo tra il pubblico, Gli Irregolari di Baker Street (The Irregulars) ideata da Tom Bidwell, riprende la figura del celebre investigatore e del suo assistente, senza però affidargli un ruolo primario. Di fatto, la serie narra di cinque adolescenti Bea, Jessie, Leo, Bill e Spike, che vengono assoldati dal dr Watson per risolvere casi sovrannaturali che sconvolgono una Londa in piena epoca Vittoriana. Gli episodi che compongono The Irregulars sono otto, tutti incentrati su casi diversi da risolvere ed un cattivo dai potenti poteri da sconfiggere per riportare la calma su Londra e sui suoi cittadini.

La serie presenta le caratteristiche di un teen drama, con all’interno delle tinte horror, fantascientifiche e gotiche, senza cadere nello splatter e nel disgusto. Si può considerare come un mix tra Stranger things, Penny Dreadful e X-Files, soprattutto per il ruolo che svolgono il sovrannaturale e l’oscuro. Emerge anche un’allusione al mondo dell’occultismo, essendo citata a più riprese la Golden Dawn, società segreta istituita sul finire dell’Ottocento e dedita alle pratiche occulte e mistiche; sembra che lo stesso Doyle fosse entrato in contatto con questa misteriosa società.

I giovani protagonisti presentano tutti dei tratti distintivi riconoscibili, anche se sono pochi quelli che vengono analizzati nel profondo e se ne ricostruisce il passato. I sentimenti che provano sono di vario tipo: rabbia, paura, ansia, dolore, felicità fino ad arrivare all’amore. Il sentimento che lega il gruppo è sicuramente l’amicizia e il supporto reciproco; nessuno, viene lasciato solo poiché, alla fine divengono una vera famiglia.

Tornando a Sherlock e a Watson, essi ricoprono un ruolo minore e il loro ruolo viene man mano delineato attraverso il succedersi elle puntate. I due personaggi risultano però stravolti, mostrati in maniera negativa, come schiavi dei propri vizi (soprattutto Holmes) e del passato. Si può dire che l’aggiunta di questi due personaggi sia quasi forzati e che la serie poteva comunque procedere anche senza la loro presenza, restando solo un teen drama giallo ottocentesco.

In conclusione, The Irregulars potrebbe non essere propriamente adatta ai fan di Doyle e del mitico detective e più indicata per un pubblico giovanile, ma alla serie risulta rapida, ben girata e in fin dei conti piacevole e senza grandi pretese; l’unica pecca è l’aver capovolto l’immagine di Holmes per non farne il protagonista. L’utilizzo di un personaggio di questo calibro e tanto adorato, comporta un peso ed un rischio non indifferente. Forse il salto di qualità arriverà con la seconda stagione che uscirà nel 2022.