Scritto da Sofia Bartalotta

Febbraio ha attirato l’attenzione su di sé con un particolare titolo apparso su Netflix: Malcolm & Marie. Pellicola granulosa e in bianco e nero, che cattura il nostro occhio con immagini tra il moderno e il vintage.

Con il Covid-19 che imperversa non è stato certamente facile cercare di girare un film nel 2020, ma alcuni hanno tentato. Tra questi, figura sicuramente Sam Levinson, giovane regista conosciuto per la serie tv Euphoria, che ha voluto a tutti i costi scrivere e dirigere Malcolm & Marie. Ha infatti deciso di utilizzare una piccola troupe, rispettando tutti i protocolli del caso, e portare su Netflx un nuovo dramma sentimentale. Proprio la necessità di un ambiente, e  di un gruppo, ridotto si riflette sull’intero film. Da subito siamo completamente immersi in un’atmosfera intima e sospesa nel tempo.

Il regista ha uno sguardo a tratti voyeurista, in quanto osservatore delle tensioni, delle insicurezze e delle discussioni più profonde che caratterizzano un rapporto di coppia. Levinson decide di trasportarci nel microcosmo della casa di Malcolm e Marie. Entriamo nel loro appartamento, in un clima apparentemente festoso che naviga su le note di Down And Out In New York City di James Brown. In cucina sono quasi pronti dei maccheroni al formaggio. Malcolm, regista emergente, è particolarmente su di giri: è la conclusione di una serata che ha segnato il suo esordio nel mondo del cinema. Al contrario Marie, non sembra condividere lo stesso entusiasmo. È distaccata, insofferente, nasconde la sua delusione tra il fumo di diverse sigarette. Possiamo dire che il film inizia realmente nel momento in cui Malcolm rivolge a Marie la fatidica domanda “Che hai?”. Sulle prime Marie cerca di negare la sua rabbia, ma poi decide di dichiararsi: è arrabbiata perché nel suo discorso  Malcolm non l’ha ringraziata. Si sente svalutata e fuori posto, quasi fosse un elemento di contorno nel loro rapporto.

Con l’andare avanti della discussione, i due si rimproverano fatti passati e scelte sbagliate, tradimenti e infedeltà. L’autore è molto bravo a creare una distanza invisibile, un muro di incomunicabilità contro cui si scontrano irosamente i due amanti. Tra momenti di calma e  altri di tempesta, Levinson si focalizza su temi cruciali quali il dramma interiore, il sostegno di coppia e le contraddizioni del mondo cinematografico. E non lo fa con un cast improvvisato, bensì con due delle più fulgide star emergenti di Hollywood: John David Washington e Zendaya. Malcolm & Marie, è una pellicola che su la scia di Blue Valentine  e  Marriage Story, si propone di esplorare gli abissi e gli angoli più bui di un rapporto di coppia, ma allo stesso tempo abbraccia anche un altro tema: la contestazione alla critica cinematografica e l’importanza del “mistero” dei film. Non c’è bisogno di andare a cercare sempre il riferimento alla realtà, ciò che conta è il mistero, la prospettiva, il motivo delle scelte.

Non contano il messaggio, il destinatario e le scelte. Il cinema è fatto solo di cuore, non di verità. Dello stesso Mistero parla Marie, ma in riferimento alle relazioni amorose. Il non detto agli occhi dello spettatore diviene la base del film, ma anche della storia dei due protagonisti. È proprio Marie che in una delle scene più belle, ci spiega il fattore chissà: “Non mi servono i dettagli, non mi serve conoscere i posti e gli espedienti, i passi che ti hanno portato alla mia porta, sei qui. Ti amavo senza condizioni perché do valore al mistero, all’ignoto. È ciò che  sostiene la tensione di un rapporto  e ci obbliga ad essere la versione migliore di noi stessi”. 

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