Scritto da Sofia Bartalotta

Probabilmente molti di voi, in queste ultime settimane, hanno ricevuto su whatsapp note vocali contenenti dei brani musicali in 8D, o forse ne avranno letto a riguardo su gli altri social network. Ma cos’è veramente questa musica in 8D? E perché sono tutti così esaltati quando ne parlano?

Anche se questa è una scoperta che l’opinione pubblica ha fatto solo negli ultimi mesi, dobbiamo specificare che la musica in 8D è qualcosa che esiste già da molto tempo,  soprattutto nella scena musicale rap.

La frontiera del suono è arrivata a  produrre quella che ora chiamiamo 8D, e si tratta di un’esperienza sonora che dà l’impressione all’ascoltatore di essere circondato da più casse, tutte nella stessa stanza, purché si ascolti il brano solo con le cuffiette. L’8D – che starebbe proprio per «8 dimensioni», ribadendo il carattere multidimensionale dell’ascolto, crea una sorta di effetto  a cerchio, come se la musica  ci passasse da un orecchio all’altro, passandoci prima dietro e poi davanti. La sensazione è proprio quella di un suono che ci gira attorno, ci avvolge e si muove armoniosamente propagandosi all’esterno degli auricolari;  in definitiva non ci   accorgiamo di indossare delle cuffiette, ma  piuttosto abbiamo l’impressione  di essere in un locale con la musica ad alto volume.  Per dare un’idea di questa esperienza sonora, a chi è sfuggita la novità, consigliamo di ascoltare la playlist  di Spotify 8D Tunes, e anche l’omonimo canale che si trova su Youtube.

Resta ora da capire se l’8D resterà una semplice moda, oppure se troverà spazio anche in futuro, nei dischi delle star. Molto dipenderà dai feedback sul medio-lungo periodo: una volta svanita la novità, le persone si stancheranno di sperimentare questo inconsueto effetto sonoro? Se sì, quante? È possibile che si creino delle nicchie musicali?

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