Intervista, direttamente dal suo attico a ridosso del Tevere, alla duttile showgirl del Processo di Biscardi.

Parlare del mondo dello spettacolo senza tirare in ballo tutta una lunghissima serie di pregiudizi è, inutile dirlo, quasi impossibile; lo stesso si può dire per il mondo del calcio (un universo misogino, maschilista, poco riflessivo) e, probabilmente, si dovrebbe ammettere candidamente che un qualcosa di simile vale anche per tutti gli altri campi della vita in generale. I pregiudizi permeano la nostra realtà e, che si decida di farci caso o meno, influenzano la nostra percezione di quello che passa dalle parti delle nostre esistenze.

Per tutta questa serie di pensieri, ho passato più di qualche mezz'ora, nei giorni precedenti a questa intervista, a riflettere su quale potesse essere il vero talento di Georgia Viero: una personalità che si è imposta nel mondo dello spettacolo proprio attraverso il più tradizionale dei programmi calcistici italiani, "Il processo di Biscardi", e che da lì in poi ha iniziato a risplendere di luce propria nei campi più disparati del luccicante universo dello spettacolo. Alla fine dell’intervista, ho trovato la mia personale risposta: il talento di Georgia è l’intraprendenza, unita a una buona dose di conoscenza e formazione.

E Georgia non è solo bellissima; è laureata, conosce cinque lingue è capace e determinata, ma è anche molto dolce e disponibile.

Georgia Viero vive in un attico del Lungotevere Prati, in cima ad un palazzo di fine Ottocento che da poco ha rivisitato come Bed&Breakfast insieme al compagno, e col ritardo di quarantacinque minuti che porto con me, figlio di un paio di indicazioni sbagliate e di un cellulare decisamente troppo scarico per fare da navigatore, il minimo che mi aspetto è un'espressione infastidita ed un po' seccata. Fortunatamente mi sbaglio e, tra una battuta ed un bicchiere, iniziamo l’intervista.

Georgia, parliamo del tuo percorso lavorativo.

”Ecco, il mio percorso lavorativo… da dove cominciare! Ho finito gli studi in giurisprudenza, quindi ho iniziato a concentrarmi sulle lingue, prima di cercare di far coincidere le mie passioni con quello che è il vero mondo lavorativo. Ho fatto esperienza nel mondo della moda e dello spettacolo fino a quando mi sono messa in gioco per un provino del Processo, ma in gioco nel vero senso della parola, dato che mai avrei sperato di venire chiamata davvero come spalla di Biscardone… ed invece, eccomi! Poco dopo il provino ho ricevuto una telefonata ed ho saputo che ero stata scritturata! Non puoi immaginare la mia emozione!”

Ci credo! Quindi, a conti fatti, un percorso di studi profondamente impegnativo come il tuo in giurisprudenza quanto peso ha avuto nel raggiungimento delle tue ambizioni?

 “Un bel valore ce l'ha avuto, anche se non so se sia stato decisivo! Nel senso che certe cose vanno iniziate e finite, sono cicli…servono! La laurea è come un mattone, come quando inizi a costruire qualcosa, una base da cui partire, anche se giurisprudenza non ha poi così tante attinenze con quella che è stata la mia strada. Però è giusto che sia li, rifarei tutto…guarda, è un traguardo di cui sono decisamente orgogliosa, visto soprattutto quanto diventa pesante studiare quando ci si avvicina al traguardo!”

Il Processo di Biscardi è stata un po' la tua esperienza più prestigiosa fino ad ora… il tuo rapporto con Aldo come è?

”Bellissimo! E' veramente un mostro sacro del nostro giornalismo. Sempre sul pezzo, conosciuto, competente… porta avanti un'attività di primissimo livello da tantissimi anni, e lo fa con un modo tutto suo. E' anche macchiettistico, sotto un certo punto di vista, ed in più decisamente efficace. E poi è davvero un punto di riferimento: basta pensare che, standogli vicino, per fare cinque metri ci vuole mezz'ora... lo fermano tutti!”

Ormai da qualche tempo è venuta fuori la tua passione per la Lazio. Te lo chiedo da laziale esattamente come te: come hai vissuto la stagione appena conclusa?

”All'inizio ero un po' titubante, e dopo la prima metà di stagione non avrei mai immaginato un risultato finale del genere. Pioli ha lavorato davvero bene, considerando che la squadra c'era, ed era decisamente buona, ma non eccezionale come il Terzo Posto raggiunto. Credo che si sia creata la giusta alchimia tra le qualità tecniche del gruppo, l'armonia nello spogliatoio ed anche una bella dose di fortuna!”

Torniamo a te, al tuo domani, che programmi hai per il futuro?

”Sto cercando di portare avanti molti progetti! Vedo il mondo dello spettacolo come qualcosa che rispecchia le mie passioni, ma oltre ai miei programmi "Vista e rivista" (dove prendiamo un po' in giro le bufale del mondo dello spettacolo) ed a "L'Isola dei Fenomeni" (dove andiamo a "disturbare" i reality), che hanno ricevuto un buon successo, ho messo su col mio compagno un Bed&Breakfast proprio qui, a casa nostra. Ci mettiamo a totale disposizione dei clienti e cerchiamo di farli sentire più a loro agio possibile. Più tardi possiamo anche salire sul terrazzo, così ti faccio vedere come intendiamo allargare questo contesto…”

Il terrazzo si rivelerà, oltre che decisamente grande, anche protagonista di una visuale mozzafiato, proprio a ridosso del punto più largo del Tevere. La chiacchierata con Georgia si avvia verso la conclusione, ma voglio farle un’ultima domanda.

Sei argentina, e più di una volta hai sottolineato il tuo spirito passionale e sudamericano. Ora, con la maturità che hai raggiunto, come pensi di inquadrarti? Quanto ti senti italiana e quanto argentina?

”Guarda, ho sempre vissuto a Roma, se non per quattro mesi, eppure torno tutti gli anni a Buenos Aires, soprattutto nel periodo di Natale. Sento un legame particolare con la mia terra, quando scendo dall'aereo mi sembra proprio di avvertire qualcosa di… viscerale, ecco. Non so se è una questione di sangue o se è solo una mia sensazione…boh, vacci a capire! Però è così. Quindi posso dire con certezza che mi sento almeno al quaranta percento argentina…e per il resto italiana! Che dici, ho reso l'idea?

Credo che tu l'abbia resa benissimo. Non so quanto conta, ma la penso come te. Da parte mia è tutto… insomma, grazie per la tua disponibilità.

”Figurati, grazie a te. Se adesso ti va, saliamo sopra, ci tengo davvero a farti vedere il terrazzo…”

Ci alziamo, seguiti dal suo amabile chihuahua Charly, e ci spostiamo verso le scale, e quello che sembra restare di questa mezza giornata romana, in compagnia di una ragazza che sta provando in ogni modo a prendersi il suo posto al sole nella vita, è che darsi da fare è davvero l'unica risposta alle difficoltà del cammino. E…oh, io non sono proprio sicuro che questa sia anche la risposta definitiva al famoso discorso sul senso della vita, ma, avvertendo la forza che emana la grinta di Georgia, sicuramente potrebbe esserlo.