Scritto da Bruno Bertucci

Avete mai visto uno scultore puntellare il marmo per trasformarlo in un'opera maestosa?

Un pittore che da secchi di vernice riesce a riprodurre un paesaggio meraviglioso simil-fotografico? D'altronde colpendo dei tasti bianchi e neri esce fuori una melodia inebriante. Questo è il lavoro di Dario Maggesi - preparatore atletico di numerosi atleti professionisti - il socio fondatore di CornerTraining, una realtà in grado di regalare un vantaggio competitivo ai calciatori che si affidano allo staff. La nostra redazione ha avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con lui per approfondire tematiche interessanti - soprattutto in una stagione particolare come questa che ci aspetta - per chi ama il calcio e non solo.

Il palcoscenico del Francesca Gianni di Roma è stata la location perfetta per l'incontro e tra atleti che si allenavano abbiamo provato l'emozione di tastare il terreno di gioco e tessere parole con un professionista abituato a lavorare con chi maneggia l'erba dei campi di categorie importanti. 

MN: Buongiorno dottor Maggesi, come cambia la preparazione atletica in un anno in cui vedremo la sosta per il Mondiale in Qatar?

DM: Si parte con i lavori sulla brillantezza, è difficile programmare una preparazione lunga in questo caso; se prendiamo l'esempio della Roma possiamo notare come è partita subito con amichevoli importanti come lo Sporting Lisbona ed il Nizza. Ai livelli più alti non lavorerei sulla resistenza ora o sulle lunghe distanze. I lavori dovrebbero essere intervallati, lavori di forza, propriocettico per lavorare su equilibrio e coordinazione. Quest'anno abbiamo preferito diminuire il lavoro aerobico per intensificare di più la forza, la coordinazione e l'aspetto tecnico.

MN: In questi anni è cambiata la figura del calciatore?

DM: Il calciatore deve lavorare a 360 gradi, non è più come una volta. Un atleta di livello dovrebbe avere: un preparatore personale, un fisioterapista, un nutrizionista, un osteopata, un procuratore e via discorrendo. Deve lavorare molto intensamente fisico e sulla mente. Non esiste più il Maradona del passato. L'allenamento e la prevenzione sono aspetti fodnamentali per un calciatore professionista.

MN: Per quanto riguarda i portieri, fate lo stesso lavoro con loro? Ci sono differenze?

DM: L'aspetto coordinativo è uguale sia per i portieri che per i giocatori di movimento. Il corpo deve essere una macchina perfetta per tutti. Il lavoro sulle leve - ad esempio - è lo stesso, così come quello coordinativo; ovviamente cambia sotto l'aspetto tecnico. I portieri, però, sono più elastici ed hanno una migliore torsione rispetto agli altri calciatori.

Non possiamo che ringraziare il dott. Maggesi per i numerosi insegnamenti che ci ha fornito, ricordiamo come attualmente - oltre a lavorare con i calciatori - sia impegnato a pieno regime con l'aspetto culturale dei ragazzi essendo uno dei tutor della Facoltà di Scienze Motorie dell'Università di Tor Vergata. Insomma un maestro che incanala gli atleti sulla via del miglioramente sotto più aspetti

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