La nostra redazione ha avuto il piacere e l'onore di intervistare lo scrittore Fabio Bacà.

In passato ha avuto modo di occuparsi di giornalismo e, le proprie esperienze di vita, lo hanno portato a scrivere due romanzi innovativi quanto meravigliosi. Nel 2019, Adelphi, ha pubblicato il suo primo romanzo "Benevolenza cosmica" e nel 2021 ha raddoppiato con "Nova"; quest'ultimo è tra i sette libri finalisti del Premio Strega e finalista del Premio Campiello.

MN: Come nasce il libro Nova?

FB: Nasce da un'ossessione, questo parte dal primo libro fino ad arrivare al secondo. La sorte ed il destino dell'uomo sono ossessioni che coltivo da quando sono adolescente. La violenza, ad esempio, è un'altra ossessione presente e nonostante so cerca di occultarla e demonizzarla è molto presente. Il secondo fattore sono le esperienze personali, nell'ultimo quinquennio sono avvenuti dei fatti personali - raccontati nel capitolo 3 e nel capitolo 7 - che mi hanno dato la scintilla per scrivere il romanzo sulla filosofia della violenza. Gli essere umani, nonostante millenni di civilizzazione, sono in grado di fare cose splendide - come dipingere la Cappella Sistina - ma capaci anche di accoltellarsi per una semplice precedenza.

MN: Cosa è cambiato da Benevolenza Cosmica a Nova?

FB: Benevolenza Cosmica l'ho scritto di getto e molto velocemente nel 2015 mentre Nova è stato molto elaborato. Puoi cannare l'esordio ma non il secondo libro, maggior ragione se il mio primo romanzo è stato molto notato. Con Nova ho sentito il peso di dover fare di più, quindi posso dire è cambiato l'approccio. Sono stato fortunato con Nova perché l'ho scritto durante la Pandemia ed in quel periodo è stata una distrazione perché ero preoccupato della sorte delle persone che amo e del mondo intero.

MN: Quali emozioni ha provato nel trovare Nova candidato al Premio Strega?

FB: Adelphi non aveva partecipato da anni al Premio Strega - è scritto su tutti i giornali che Calasso non amava questo premio ma personalmente non ho mai parlato con lui di questo argomento - io però ho desiderato molto di poter partecipare. È un veicolo di visibilità notevole, soprattutto se arrivi tra i finalisti. Dal punto di vista umano l'atmosfera era da gita di quinto superiore, con i colleghi abbiamo parlato di tutto: dall'amore, alla letteratura. È un'esperienza umana meravigliosa.

MN: Progetti futuri?

FB: Ho cominciato a scrivere - quasi un anno fa - un altro libro ma tra interviste, Premio Strega e Premio Campiello è impossibile prendere quelle tre/quattro ore necessarie di concentrazione. Sarà molto complicato continuare.

MN: Quale consiglio si sente di dare ai giovani che vogliono approcciarsi alla redazione di un libro?

FB: Leggere moltissimo. Aiuta molto a parlare meglio in italiano e ad aprire la mente. Più cose si sanno e meglio è, più socraticamente si sa di non sapere, aiuta anche ad essere più umili. Cercare di avere una scrittura personale, con una propria modalità di esprimere sè stessi. Gli scrittori sono tanti e non bisogna essere una pecora nel gregge, piuttosto una capra che scala le montagne al freddo ed arriva in vetta con tutti i rischi del caso. Non seguite gli schemi altrui.

MN: Un saluto ai lettori di Matchnews?

FB: Un saluto ai lettori di un giornale che tratta delle cose per cui vale la pena vivere. Lo sport e la cultura sono temi che io amo particolarmente. Un abbraccio estremamente affettuoso.

Non possiamo che ringraziare il maestro di una scrittura particolare e ricercata, un grosso in bocca al lupo a Fabio Bacà.