Scritto da Bruno Bertucci

La redazione di Matchnews prosegue con le proprie interviste, questa volta ha avuto il piacere di avere ospite: Federico Terenzi. Giornalista, autore televisivo e conduttore tv...una voce ed un pensiero per i tifosi biancocelesti e non solo. Il professionista romano lavora, attualmente, a Cittaceleste tv (uno dei pilastri dell'informazione laziale). 

MN: Buonasera Federico, nel ringraziarti per la disponibilità ti chiediamo come e quando nasce la passione per la Lazio?
FT: Laziale da tre generazioni, mio nonno ha trasferito questa passione a mio padre e lui a me. Ma poi non sei tu a scegliere la Lazio, ma è lei che sceglie te e ti entra nelle viscere, un amore eterno che non ti tradirà mai.

MN: Raccontare i colori bianco ed azzurro ai tifosi cosa rappresenta?
FT: Mi ritengo un privilegiato, ma ho lottato per questo con le unghie e con i denti. Abbinare lavoro e passione non è una cosa così scontata. Per me questo non è lavorare, perché faccio qualcosa che mi piace veramente. Credete nei vostri sogni, perché alla fine si avverano. Non fatevi fottere dai pregiudizi: volli volli volli fortissimamente volli.

MN: Un giudizio sul mercato della Lazio?
FT: 5.5 abbiamo rinforzato in parte la panchina con Muriqi e Pereira che sono curioso di vedere all'opera. Ma, come al solito, "manca un soldo pe fa na lira". Serviva un centrale mancino di grande esperienza internazionale e non è arrivato. Bisogna sperare che Acerbi giochi tutte le partite, non sono molto convinto del rendimento di Hoedt, spero di essere smentito. E' palese che Lotito vuole galleggiare e, Coppa Italia a parte, non vuole fare il definitivo salto di qualità. Se in 16 anni di gestione, ti sei affacciato due volte alla Champions, significa che sei privo di programmazione. Come diceva Napoleone: "Meglio un generale fortunato che uno bravo". Ecco Lotito è un generale fortunato, che non ha mai creato un rapporto di empatia con i tifosi. Peccato che la Lazio, prima di tutto, sarà sempre della sua gente e lui ancora non lo ha capito.

MN: Quale giocatore del presente incarna di più l'essenza del laziale?
FT: Radu che ha ingoiato rospi su rospi ma alla fine è caduto in piedi

MN: Un ricordo del passato che ti sta a cuore?
FT: Era una calda giornata di aprile del 2000, la Lazio era a nove punti dalla Juventus. Alla fermata della Metro Eur Marconi, noto ritrovo della mia comitiva di allora, sento dalla radiolina che Batistuta aveva messo in rete, a pochi secondi dal termine, una punizione contesta che ci aveva portato sul punteggio di 3 a 3 e spento forse, a poche giornate dal termine, tutte le nostre velleità scudetto. Quella domenica decisi di andare a trovare mio nonno al cimitero di Prima Porta. Incuriosito, dopo averlo salutato, una forza misteriosa, mi disse di andare a trovare Tommaso Maestrelli, il deus ex machina del primo scudetto. Era seppellito lì a pochi metri da mio nonno. Chiesi a un vigile dove fosse e lui, ridendo, forse perché di fede giallorossa, mi indicò dove si trovasse. Percorsi quel viale pieno di ciottoli bianchi, circondato dai cipressi mossi dal vento, e fui rapito da quanto amore la gente laziale nutrisse nei confronti di quell’uomo che, per conformazione fisica, ricordava anche un po’ mio nonno. Quella notte tornai a casa e un sogno mistico, entrò nel mio mondo. Mio nonno e Tommaso Maestrelli, mi presero per mano e percorrendo quel viale, con gli occhi pieni di gioia, mi dissero: “Tranquillo Federico, ce l’abbiamo fatta!”. Aprii gli occhi intrisi di lacrime e custodii quel sogno dentro di me, un segreto tra me, nonno e Tommaso Maestrelli, mi aggrappai a questo e capii che non era ancora finita. Quando arrivarono le 18:04 del 14 maggio del 2000, dopo un’attesa infinita, scoppiai a piangere e portando gli occhi al cielo, dedicai lo Scudetto a loro. Quel sogno era diventato realtà, questa è la vera essenza della lazialità.

MN: Un saluto ai lettori di Matchnews?
FT: Un caro saluto ai lettori di Matchnews. Su Matchnews puoi scommetterci!

Ringraziamo il collega Terenzi per la disponibilità e la passione che mette al servizio, non solo dei tifosi della Lazio, ma di tutto il settore calcistico. Lavorare seguendo i propri sogni ed essendo spinto da un movente ideale aumenta, ovviamente, l'efficienza produttiva ed arriva in maniera più concreta alle orecchie ed ai cuori dei lettori. Il giornalista romano è l'esempio calzante della perseveranza e dell'impegno. 

powered by social2s