Foto: Matchnews

"Le parole dello sport, il sociale e il linguaggio dei media" questo il tema della giornata di studio che si è svolta a Roma nell'aula magna della facoltà di Architettura dell'Università Roma Tre. (Guarda l'intervista del direttore di Matchnews a Pierluigi Pardo

Roma - Promossa dall’ufficio Iniziative Sportive dell'Università, dalla UISP (Unione Italiana Sport per tutti) e dalla Fondazione con il Sud, la giornata rientra nell'ambito di "In Facoltà per sport", il ciclo di conferenze organizzato in ateneo dal 2010.

La giornata si è aperta con i saluti istituzionali e le testimonianze di alte personalità del mondo del giornalismo, dello sport e del sociale, sono intervenuti: Guido d’Ubaldo, giornalista del Corriere dello Sport e consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Borgomeo, presidente “Fondazione con il Sud”, Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp. Coordinatore, Diego Mariottini, Università Roma Tre.

A seguire un approfondimento sul tema "Leggere se stessi. Il professionista allo specchio. Sport, parità di genere, parità di parola". Il calciatore: Damiano Tommasi, presidente Associazione Italiana Calciatori. In vasca e fuori: Novella Calligaris, ex campionessa di nuoto e giornalista di Rainews 24. Coordinamento di Ivano Maiorella, direttore Giornale Radio Sociale.

Novella Calligaris ha ricordato la sua carriera, e il suo modo di vivere il successo da bambina (aveva soltanto 13 anni quando salì sul podio la prima volta) ed i giornalisti che lei cercava di evitare proprio per vivere la sua adolescenza e la sue età. Una esperienza che oggi la rende una giornalista consapevole e sensibile, attenta al rispetto dell’atleta come persona, come individuo degno di rispetto. La Calligaris ha ricordato anche la sua amicizia con Pietro Mennea conosciuto non solo come eccellente sportivo, ma anche come grande uomo dotato di estrema generosità. Damiano Tommasi, ha continuato il discorso sull’etica del giornalista, sostenendo che ci sono alcuni spazi che devono essere necessariamente difesi, ad esempio lo spogliatoio, spazi in cui possono esserci confidenze, segreti che non possono e non devono fare scoop ad ogni costo. Rispondendo ad una domanda posta dalla platea, Tommasi ha ricordato il dovere di ogni calciatore di rispettare la propria squadra e lo sport in generale, esprimendo dunque il suo risentimento verso lo scandalo del calcio scommesse.

Nell’ultima parte della mattinata si è svolta una tavola rotonda dal tema "Cambia lo sport, cambia il racconto, cambia la tv: generazioni a confronto". Erano presenti giornalisti di alto livello di differenti generazioni: Bruno Pizzul, Darwin Pastorin, Gianni Cerqueti, Carlo Paris, Pierluigi Pardo, Fabio Caressa; coordinatore Massimo Filipponi. E’ stato suggestivo vedere tante icone del giornalismo sportivo sedute una accanto all’altra, ognuno unico e caratterizzante di un periodo, di un modo speciale di fare telecronaca, di uno strumento di comunicazione. Gianni Cerqueti ha ricordato come nel 1982 ha condotto una telecronaca da un pullmino all’esterno dello stadio di Bologna, ed ha portato questo momento a paragone con le partite di oggi dove sono almeno 6 i giornalisti che coprono un incontro di calcio. La riflessione generale è stata sul cambiamento del linguaggio e dei media. Attraverso la proiezione di filmati nel corso degli anni risulta evidente una telecronaca meno “controllata”, più passionale e colorita, forse oggi, sia il radio ascoltatore che il telespettatore, sono più informati di un tempo, un bravo cronista sportivo deve essere più preparato, pronto a dare un valore aggiunto alla sua telecronaca, l’informazione mancante a chi lo ascolta. Anche se il web e i social danno un contributo molto importante al giornalista, c’è ancora chi fa una accurata preparazione e va in onda con un foglio di carta colmo di informazioni, scritte in un modo davvero unico, come Gianni Cerqueti, chi invece preferisce affidarsi alle nuove tecnologie come Pierluigi Pardo, cambia lo strumento, ma alla base c’è sempre un grande lavoro di accurata preparazione e di studio, per essere pronti a fornire l’informazione mancante ed a trasferire un’emozione.

Il nostro direttore ha chiesto a Pierluigi Pardo un parere sulla differenza di pathos tra una telecronaca radiofonica e una televisiva, ha fatto domande anche sui diritti televisivi e su come la passione per una squadra può influenzare un giornalista sportivo.