Scritto da Martina Rella

“Sulla mia lapide ci sarà scritto 1951 - 2014”. Così parlava in maniera profetica nel suo ultimo film Robin Williams, uscito in America all’inizio del 2014.

L’11 agosto di ormai un anno fa una notizia improvvisa ha infatti gelato il mondo: Robin Williams è stato trovato privo di vita nella sua casa di Los Angeles. Nelle ore successive al ritrovamento del cadavere sono state chiarite le circostanze del decesso: l’attore statunitense si è tolto la vita impiccandosi con una cintura.

Una morte improvvisa, incredibile, inaspettata, soprattutto per le modalità con cui è avvenuta. L’attore, con i suoi oltre 50 film in poco più di 20 anni, era per tutti un emblema di positività, era il simbolo di quelle persone che nella vita trovano sempre un motivo per sorridere e nel sorriso la forza di andare avanti, di non abbattersi, di riprovarci ancora.

Il professore ribelle che vuole tirare fuori dai suoi alunni le loro vere attitudini e non solo inutili nozioni che con il tempo andranno dimenticate; il papà divorziato che per non doversi allontanare dai figli si improvvisa una goffa tata, anteponendo l’amore paterno a qualsiasi ostacolo; il dottore che pur di strappare un sorriso ai giovani pazienti si traveste da clown andando contro le regole impostegli dall’ospedale; il conduttore radiofonico che riusciva con la sua voce a dare un messaggio di speranza durante una sanguinosa guerra come quella in Vietnam. Questi sono solo alcuni dei numerosi ruoli interpretati dall’attore. Ruoli estremamente differenti tra loro, che tuttavia hanno in comune lo stesso messaggio: la vita è un bene prezioso e va affrontata giorno per giorno, attimo per attimo, con il sorriso e con la consapevolezza che tutto può migliorare, basta volerlo, basta cambiare la prospettiva con cui si guarda una situazione.

La speranza che ha saputo donare l’attore con il suo modo di fare così gioioso e spensierato era però solo una semplice esternazione, un atteggiamento che lo ha portato ad interiorizzare la sua malattia e nascondere il vuoto che aveva dentro.

La sua vita si è conclusa così come il più imprevedibile dei film, con un gigantesco paradosso: un esempio di vitalità, di speranza, colui che è riuscire a far ridere e piangere nello stesso tempo tutto il mondo, a diventare il più grande simbolo della comicità contemporanea, ad insegnarci che nella vita vale sempre la pena combattere, ha deciso di smettere di lottare lasciandoci la sensazione che con lui è volata via anche quella piccola parte di noi che sognava con i suoi film, cedendoci un po’ di quel vuoto che portava dentro di se, che nella finzione tante volte era riuscito a riempire.

In occasione del primo anniversario di morte dell’attore sono stati organizzati dalle emittenti televisive di tutto il mondo molti speciali, e tanti film sono stati inseriti nei vari palinsesti. Per l’Italia ci pensa Sky Cinema 1 a ricordarlo mandando in onda nella giornata di domani “Will Hunting- Genio Ribelle” alle 18:50 e “L’attimo Fuggente” alle 21:10.

E’ inoltre atteso un gran via vai di fan a Paradise City, dove lui viveva, che porteranno omaggi per ricordare un attore che per ciò che ci ha lasciato, dalla terra non se ne andrà mai davvero.

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