Scritto da Zuleca Rienti

Se aveste la possibilità di tornare indietro nel tempo e cambiare la vostra vita, cosa fareste?

Potersi trovare nel momento esatto in cui le cose hanno iniziato ad andare male e impedire che accada. Una possibilità molto appetibile, ma questo film ci trasmette un messaggio, suggerito anche dal titolo, che è quello dell’ineluttabilità del destino.  

Scritto e diretto dai registi Michael e Peter Spierig, la pellicola è un adattamento cinematografico del racconto Tutti voi zombie del 1959 di Robert A. Heinlein.

Il film parla di un agente temporale governativo, interpretato da Ethan Hawke, che attraverso i viaggi nel tempo, cerca di fermare un pericoloso terrorista.

Sotto copertura negli anni settanta, incontra Jhon (Sara Snook) e lo convince a farsi raccontare la sua storia. Ma l’incontro non è casuale, e il suo vero intento è quello di arruolarlo come agente. La trama non è lineare, ed è interrotta da continui salti temporali, che ci svelano pian piano la storia. Ma è un thriller davvero avvincente, perché tutto ci viene svelato a piccole dosi, è come un grande puzzle mentale che ricostruiamo pian piano. Il film deve essere seguito con molta attenzione e non bisogna distrarsi, altrimenti si rischia di perdere qualche elemento fondamentale. La complessità narrativa ci ricorda alcuni film di Christopher Nolan, anche se qui abbiamo una conclusione che non lascia dubbi o finali aperti come, ad esempio, in Inception. La storia di Jhon, che all’inizio sembra quasi fuori luogo e lontana dalla ricerca del terrorista, si rivelerà fondamentale per lo snodo narrativo.

Ma bisogna soffermarsi sull’importanza che ha il personaggio interpretato da Sara Snook. Jhon, in passato era una donna, Jane. Nonostante fosse orfana, sin dall’inizio viene mostrata come una donna forte, decisa e intelligente, che si prefigge come obiettivo fare l’astronauta. Viene rimarcato un aspetto importante, che è quello dell’omofobia e dell’androginia. La stessa Snook riesce ad essere quasi credibile nei panni di un giovane uomo. Così, il pericoloso terrorista, denominato “Fizzle Bomber” con i suoi attentati, rimane sullo sfondo, mentre assistiamo con attenzione alla storia di Jane/Jhon, che diventa sempre più complicata, ma che potremmo capire solo alla fine.

Si prospetta una nuova concezione dei viaggi nel tempo, molto innovativa, e che segue una sua logica. Nonostante l’argomento sia riutilizzato in varie pellicole, riesce ad essere originale. Gli spostamenti temporali, causano inevitabilmente confusione e dilemmi filosofici, ma in questo caso, abbiamo una spiegazione soddisfacente. Senza rischiare di rivelare troppo, per chi non avesse ancora visto il film, posso solo affermare che tutto nasce da un paradosso. Il budget del film non è elevato, infatti la macchina del tempo è una semplice valigetta che sembra una custodia di un violino e non ci sono grandi effetti speciali. Ma il film è curato nei dettagli e i salti temporali descrivono molto bene, anche se con pochi elementi, le varie epoche.

A differenza di un thriller americano, che punta tutto sugli effetti speciali, questa pellicola è incentrata sulla trama e sull’effetto sorpresa, che arriva alla fine, ma per i più attenti può essere capito già molto prima. Ethan Hawke dà il meglio in questa sua interpretazione piuttosto complessa, rende al meglio la sua determinazione nel portare a termine il suo compito e parallelamente la confusione, dovuta ai numerosi spostamenti temporali.

Un film assolutamente da vedere, e magari rivedere, per carpire dettagli che possono sfuggire ad una prima visione.

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