Dopo due anni esatti dal capolavoro premio Oscar La grande bellezza, Sorrentino ritorna con Youth – La giovinezza e ci sorprende, di nuovo. All’apparenza potrebbe sembrare un film dai contenuti banali, ma non lo è, per il semplice fatto che tutto è inserito in un contesto che lo rende un’opera d’arte. Un trionfo dell’estetica, un piacere per gli occhi e non solo, che necessita infatti di una seconda visione per poterlo comprendere appieno e cogliere al meglio tutte le sfumature.

La storia è immersa nel silenzio e nella quiete delle Alpi svizzere, in mezzo a paesaggi meravigliosi. Quasi tutta la vicenda si svolge in un hotel, definito “un posto perfetto per rilassarsi”.

Fred Ballinger (Michael Caine), maestro d’orchestra in pensione, viene portato in questo albergo dalla figlia Lena Ballinger (Rachel Weisz). L’uomo ha frequentato persino Stravinskji, ha dedicato tutta la sua vita alla musica e Lena lo invita a riflettere su quello che ha trascurato. È un uomo sconfitto dalla vecchiaia, si crogiola nell’apatia e ammette a se stesso di aver capito solo la musica. Mick Boyle (Harvey Keitel), è un regista alla fine della sua carriera, alle prese con il suo ultimo film.

I due sono amici di vecchia data e si trovano a confrontarsi sulla vita passata, i ricordi che svaniscono e le emozioni. Come se con la vecchiaia l’uomo si spegnesse pian piano. I personaggi secondari li osserviamo quasi come ne La finestra sul cortile di Hitchcock: Miss Universo, il buddhista che fa meditazione, la massaggiatrice che, nella solitudine della sua camera da letto, fa la ballerina. Poi ci sono gli sceneggiatori che aiutano Mick, una coppia di anziani che non si rivolge la parola, Jimmy Tree (Paul Dano) un attore che cerca di uscire dal ruolo di un robot che ha interpretato per un film blockbuster holliwoodiano e Maradona. Quest'ultimo è un simbolo; così come ne La grande bellezza, Serena Grandi rappresenta Roma e la sua decadenza per via del suo aspetto, così Maradona, una leggenda del calcio, nel film è in sovrappeso e con una bombola per respirare. Riesce a camminare a fatica e la sua carriera calcistica è un ricordo lontano.

Ogni sera non mancano le esibizioni live su una piattaforma rotante. Ci sono alcune scene statiche, soprattutto all’inizio, che mostrano i clienti dell’hotel nella sauna, in piscina. Ma queste non distraggono dall’azione, anzi fanno parte dell’azione stessa e mettono insieme giovani e anziani in una perfetta simmetria. Tutto il film è incentrato sulla contrapposizione tra vecchiaia e giovinezza, su come un anziano possa sentirsi giovane, se lo vuole. E su come un anziano, nonostante sia un famoso direttore d’orchestra in buona salute, possa sentirsi ancora più vecchio. Una delle scene iniziali è molto significativa a riguardo, vecchiaia e giovinezza si scontrano visivamente. Si tratta di un incubo di Fred, in cui una bellissima donna gli viene incontro, lo scansa e va via, mentre l’acqua comincia a salire intorno a lui.

Il riferimento ai ruoli che definiscono la persona sono molteplici, il film sembra volerci dire che ognuno di noi ha un ruolo. Paloma Faith è un’icona del pop e in quanto tale, nonostante sia meno bella, porta via il marito a Lena. Jimmy viene riconosciuto solo per il suo ruolo di robot, anche se ha preso parte a molti film impegnati.

Malinconica e riflessiva l’interpretazione di Michael Caine; ci mostra un uomo che si è arreso alla vecchiaia, con un guizzo quando si mette a dirigere le mucche e i loro campanacci. Malinconica e arrabbiata quella di Harvey Keitel; lui, al contrario, non vuole arrendersi alla vecchiaia, e tra le montagne, rivede tutte le donne che ha diretto durante la sua carriera. Nella scena finale, Fred decide di dirigere l’orchestra dopo essere stato a trovare la moglie, ma soprattutto, dopo il suicidio di Mick, che muove qualcosa dentro di lui. Il gesto estremo dell’amico gli fa capire che in fondo, anche se si è anziani, le emozioni contano e sono quello che ci rende vivi e ci fa ricordare cosa voleva dire essere giovani. Sorrentino non delude neanche stavolta e porta a Cannes un film che ci innalza a livello estetico e intellettuale.