Scritto da Sofia Bartalotta

Su otto film da regista ad appena 31 anni d’età Xavier Dolan non ha praticamente mai sbagliato nulla. E Matthias e Maxime – l’ottavo titolo dal 27 giugno su MioCinema.it e Sky PrimaFila – conferma l’assunto.

Dolan ancora una volta nel polittico regia-scrittura-montaggio-attore principale, conferma che l’immagine cinematografica è per lui qualcosa di naturale letteralmente a livello cellulare. Il regista torna ad ambientare la sua storia in Canada, a Montreal, e ad affrontare i temi a lui più cari: la ricerca della propria identità sessuale, il rapporto tra varie generazioni  e quello con la propria madre.

Matthias&Maxime (2019) è la storia di una profonda amicizia nata durante l’infanzia,  che con il passare del tempo si è trovata ad affrontare quelli che sono i dubbi di chi è arrivato alla soglia dei 30 anni, ed è destinato a vivere i dilemmi del passaggio dalla post – adolescenza dei 20 anni all’età adulta. La loro amicizia, per quanto esclusiva e intima, si circonda sempre del caos delle virili e vocianti amicizie – perlopiù maschili, del loro gruppo di amici. I due protagonisti hanno vite completamente diverse: Matthias (Gabriel D’Almeida Freitas) è un avvocato  che sta scalando posizioni nello studio legale in cui  lavora, e con una relazione seria in atto con una donna. Maxime (Xavier Dolan), l’insicuro e il più apparentemente smarrito, dopo parecchi lavoretti e la gestione complessa della madre tossicodipendente e alcolizzata, è in procinto di partire per l’Australia, per ricominciare una nuova vita. I due sembrerebbero non avere nulla in comune, se non l’indissolubile legame che li unisce ed una sofferta ricerca per trovare, e scoprire, il loro reale posto nel mondo.

L’evento che possiamo riconoscere come l’inizio del processo di crescita e scoperta di sé          stessi  da parte dei  protagonisti, è proprio una cena tra amici.  Durante una festa, a causa di una scommessa persa,  Matthias e Maxime sono costretti a partecipare ad un cortometraggio sperimentale di un'amica. Una scena prevede un bacio  tra loro. I due, seppur dubbiosi, accettano. Sarà proprio quel bacio che trasformerà per sempre la loro amicizia ed in entrambe farà crescere lentamente un desiderio sottopelle, che in un primo momento resterà represso e renderà il rapporto dei due ragazzi  distaccato, freddo, da intimi amici a quasi sconosciuti. Un legame forte che viene stravolto da un gesto innocuo, ma che forse nasconde qualcosa di più.

 Sotto questa apparente indifferenza, emerge la  voglia di capire e la sofferenza che i due vivono per questo improvviso vuoto tra di loro, che non sanno ancora come riempire. Quello che davvero è rimasto  è la profondità di un sentimento ancora non del tutto compreso e un’infinità di parole che rimangono non dette, ma quello che la superficie ci mostra sono solo sguardi vuoti e sfuggenti, silenzi pieni di pensieri,   fredde distanze e un affetto che, a tratti, diventa rabbia nei confronti dell’altro. Ciò che più prepotentemente traspare è la sensazione di nostalgia per una persona e per quello che si aveva insieme ad essa, nonostante sia ancora vicina fisicamente. il film, è il countdown di questa attesa, di un distacco che improvvisamente potrebbe non esserlo più, e che con il suo dissolversi potrebbe condurre  i due amici  a trovare, finalmente, il posto nel mondo che gli appartiene, forse insieme. La crescita di Matthias e Maxime, fatta di riflessioni e struggimento, è accompagnata dalle immagini  e lo sguardo di Dolan, come sempre ricercato, poetico e allo stesso tempo familiare, profondo e capace di catturare in pochi secondi l’intero universo interiore di un personaggio. Senza dubbio, Matthias&Maxime è un film che fa bene all’anima e agli occhi.

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