La lunga carriera del noto attore sarà rivisitata dal 7 marzo fino al prossimo 29 giugno attraversando gli ambienti privati della casa e del giardino mostrando documenti inediti, oggetti, abiti, fotografie, video e curiosità. L'esposizione si prefigura come un'esperienza  totalizzante, un viaggio spettacolare alla scoperta dell’artista e dell’uomo, un ritratto completo in tutti i suoi risvolti e le possibili sfaccettature.

Dal 16 gennaio scorso ad oggi - da quando sono state aperte le prevendite -  in più di 10mila persone si sono prenotate per partecipare all'esposizione che si terrà nella villa romana del grande attore. "Il Centenario - Alberto Sordi 1920 - 2020" trasformerà la casa in un spazio abitativo da visitare fino al 29 giugno prossimo.

L'iniziativa non ha precedenti e intende coinvolgere il grande pubblico all'interno di due ambiti per far conoscere la figura del grande artista: il Sordi pubblico e il Sordi privato.

La mostra, promossa da Fondazione Museo Alberto Sordi, con Roma Capitale e con Regione Lazio, con il riconoscimento del MIBACT Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti Paesaggio, Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Lazio, con il patrocinio di SIAE, con il sostegno di Luce Cinecittà, Acea, Banca Generali Private e con la collaborazione di Rai Teche, è curata da Alessandro Nicosia con Vincenzo Mollica e Gloria Satta, prodotta e organizzata da C. O. R. Creare Organizzare Realizzare.

Il visitatore potrà approfondire molti aspetti della vita privata di Sordi e conoscere meglio la personalità di questo artista. L'attore è stato in grado, durante la sua lunga carriera, di restituirci la storia del nostra Paese ricorrendo all'ironia, alla leggerezza e alla fotografia di tanti personaggi talvolta proposti con lucidità interpretativa, al limite della spietatezza descrittiva, ma pur sempre con uno sguardo speciale e geniale.

Romano di Trastevere, figlio di Pietro, musicista al Teatro dell'Opera e Maria Righetti, maestra elementare, sin da piccolo si esibisce di fronte al pubblico, prima nel 'Teatrino delle marionette', poi come voce bianca nel coro della Cappella Sistina, diretto dal maestro Lorenzo Perosi e a sedici anni incide il primo disco di fiabe per bambini. Abbandonato l'Istituto di avviamento commerciale, di cui in seguito si conquisterà il diploma da privatista, con i soldi guadagnati con il disco, si trasferisce a Milano per iscriversi all'Accademia dei Filodrammatici, ma a causa del suo forte accento romanesco, gli viene consigliato di abbandonare il proposito di fare l'attore. Questo insuccesso lo spinge a fare del suo difetto un punto di forza e l'origine della sua grande comicità. Tenta allora la strada del teatro leggero, ma senza successo, per il momento. Rientrato a Roma, inizia a lavorare come comparsa a Cinecittà. Nel frattempo, vince un concorso per doppiatori della  Metro Goldwyn  Mayer e diventa la voce italiana di Oliver Hardy per il suo personaggio Ollio, dal 1939 al 1951.

La svolta professionale sul grande schermo arriva con Federico Fellini che lo sceglie come protagonista del film Lo sceicco bianco (1952) e, in particolare, per I vitelloni (1953), di cui vince il Nastro d'argento come miglior attore non protagonista. Sordi conquista la critica con questo ultimo film e con Un giorno in pretura di Steno, il cui personaggio Ferdinando Moriconi detto "l'americano" segna una svolta nel cinema di costume. Nel 1954 il cinema lo consacra: in un solo anno escono 13 film da lui interpretati fra cui Il seduttore di Franco Rossi, Il matrimonio di Antonio Petrucci e Un americano a Roma di Steno nel quale reinterpreta Nando Moriconi di Un giorno in pretura.

Sordi ha interpretato nel corso della sua lunga carriera una galleria di personaggi tragi-comici, molti dei quali hanno rappresentato l'incarnazione del tipico italiano medio che insegue ideali che non si realizzeranno mai. Considerato uno dei più grandi interpreti della commedia all'italiana con Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman e Nino Manfredi, insieme ad Aldo Fabrizi e Anna Magnani, è annoverato tra i massimi esponenti della romanità cinematografica.

Per omaggiare la figura di Sordi, il percorso della mostra inizia con il racconto storico della Villa di Piazzale Numa Pompilio, nascosta nel verde di Caracalla, costruita nel 1930 su progetto dell'architetto Clemente Busiri Vinci e acquistata in poche ore dall'attore nel 1954 che ne rimase conquistato appena la vide. Il racconto si snoda partendo dall'ambiente del teatro, soffermandosi sul periodo dell'infanzia e della famiglia e sul suo legame con Roma. Una sezione racconta del Sordi segreto, amante delle donne, ma refrattario al matrimonio; del suo lato da benefattore, esercitato in rigoroso silenzio, sebbene scambiato come una personalità avara, mosso invece da una profonda fede religiosa e, pertanto, incline alla riservatezza.

L'esposizione prevede anche un secondo percorso illustrativo della carriera di Sordi che si terrà presso il Teatro dei Dioscuri con un focus su "Storia di un italiano" il programma televisivo degli anni 70 a cui l'attore teneva moltissimo. Lo spazio è messo a disposizione da Istituto Luce Cinecittà, partner della Mostra, che ha anche fornito immagini fotografiche e audiovisive conservate nel prezioso Archivio Luce, ed ha realizzato una video-installazione, curata da Roland Sejko (David di Donatello per "Anija - la nave"), che sarà proiettata, con ingresso gratuito, in una tensostruttura situata all’interno della Villa.

Tra i curatori della mostra la giornalista de Il Messaggero Gloria Satta, che ha seguito in particolare la sezione "Il mito americano", visitabile al Teatro dei Dioscuri. “Un mito raccontato tra ironia e ammirazione che è stato importantissimo nella storia di Sordi e al centro di molti suoi film da Un americano a Roma a Un italiano in America, Un tassinaro a New York a Mafioso. Per Alberto, l’America era da ammirare ma anche da dissacrare, come nella famosa scena dei maccheroni, realizzata con un solo ciak”.

La lunga carriera del noto attore sarà rivisitata attraversando gli ambienti privati della casa e del giardino mostrando documenti inediti, oggetti, abiti, fotografie, video e curiosità.

Per Alessandro Nicosia, curatore della mostra: "L'obiettivo è stato quello di costruire una mostra celebrativa".

La rassegna dedicata ad Alberto Sordi si prefigura come un'esperienza  totalizzante, un viaggio spettacolare alla scoperta dell’artista e dell’uomo, un ritratto completo in tutti i suoi risvolti e le possibili sfaccettature. Un racconto che lascia emergere il contributo unico e insostituibile che ci ha lasciato in eredità, da quando  scomparve, dopo una lunga malattia, nel 2003.

La visita è concepita come se si fosse degli ospiti in casa dell'attore ma con l'occhio del visitatore: nel luogo dove ha vissuto con le sue sorelle Savina e Aurelia, i suoi cani e le sue passioni.

Per il  Presidente della Fondazione Alberto Sordi, Italo Ormanni: “Le mostre sono, in genere, qualcosa di astratto rispetto a quello che è stata la vita quotidiana del soggetto. Questo caso rappresenta un unicum perché si svolge nella sua abitazione, si cammina proprio lì dove aveva camminato, ci si siede dove si era seduto, si vede l’inginocchiatoio dove pregava. Tutto questo dà allo spettatore una particolare sensazione di intimità”.

I festeggiamenti per il Centenario avranno il loro culmine nella giornata del 15 giugno del 2020 in occasione del compleanno di Sordi, naturalmente in Villa, assieme ad amici e colleghi dello spettacolo. La possibilità di visitare la mostra si protrarrà invece fino al 29 giugno.

Grande attesa allora per questo evento oramai alle porte che potrebbe diventare nel tempo più di una mostra temporanea. Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma Archeologia Belle Arti Paesaggio ha dichiarato in proposito:"Il mio augurio è che la casa di Alberto Sordi, oltre che per una mostra temporanea, possa essere in futuro aperta regolarmente, come un piccolo museo dedicato a un grande interprete del nostro cinema”. Staremo a vedere.