Scritto da Giacomo Giuseppe Marcario

Francesca ho fatto un sogno. - E se la smettessi una buona volta di sognare? E tornassi a poggiare i piedi per terra come fanno tutti gli altri? - I sogni fanno parte di me, senza non riuscirei a vivere. Un sogno, due anime. Paure.

Questa è l’essenza del mediometraggio indipendente Sweet Dream, realizzato dal Cinecircolo Maurizio Grande di Diamante (Cs) per la regia di Francesco Presta e Ferdinando Romito, con la supervisione di Salvatore Asta. Uno dei paesi più suggestivi della Riviera dei Cedri, sito sulla costa tirrenica nord-occidentale della Calabria, fa da sfondo alla storia di questi due amanti, Mario e Francesca, che sembrano non andare nella stessa direzione. Pura immaginazione o realtà?

I dettagli fanno da padroni in molte scene: accostamenti cromatici che esaltano il contrasto di sensazioni come il rosso del vino e del vestito della ragazza e l’azzurro del mare, tema principale del ristorante dove si svolge gran parte del dialogo. Percezioni non solo visive ma in un certo senso anche tattili, come il calore che sprigiona la fiammella della candela accesa dal ragazzo. E percezioni uditive, dall’infrangersi delle onde sulla scogliera nei primi secondi del mediometraggio allo scorrere del vino versato dal cameriere nei calici. Il dialogo tra i due protagonisti è inizialmente pacato, poi incalza e si ferma per poi riprendere vivace. Un dialogo basato sull’insistenza di lui nell’aggrapparsi ai ricordi, a rincorrere la possibilità di continuare la storia con la donna amata e a raccontare un sogno. Il sogno quindi come riflesso di paure dell’inconscio, come “proiezione di una follia”. Sogno e realtà, desiderio e paura. Una dicotomia di intenzioni, di sentimenti e di illusioni. Lo sguardo di Mario, romantico e aggrappato all’idea di storia, determinato ma al tempo stesso disincantato.

E lo sguardo di Francesca, certo nella non corrispondenza di volontà ma che rivela alla fine un senso di colpa. Il libro sul comodino che compare verso la fine del mediometraggio è un’opera di Arthur Schnitzler del 1925, Doppio Sogno, che racconta di un conflitto di coppia borghese, opera in pieno stile decadentismo viennese del primo ‘900. Una delle ispirazioni che hanno dato vita a questa storia, come il brano Secondo me la donna (1996) del cantautore e commediografo Giorgio Gaber: “Secondo me una donna è donna da subito. Un uomo è uomo a volte prima, a volte dopo. A volte mai”. Quell’uomo che nella sua determinazione non riesce mai a staccarsi definitivamente dall’idea della donna come madre, come sicurezza, come compagna di vita. Forse come il protagonista di questo mediometraggio che è insicuro, che traballa nella paura di perdere la donna che ama. Patrocinata dal Comune di Diamante, dall’Assessorato alla Cultura e allo Spettacolo, con la collaborazione dell’Accademia Nazionale del Peperoncino, della “Picanto Records” e di “Ai confini del gusto”, Sweet Dream è una produzione interamente calabrese, realizzata con artisti e collaboratori locali, nella splendida cornice di una delle perle del Tirreno. “E’ una cena tra un uomo e una donna che si svolge in un ristorante con delle riprese esterne per il paese - ha detto lo sceneggiatore e regista Francesco Presta - con la scogliera, il mare, il centro storico e le risorse del nostro territorio”.

Ed è proprio il territorio di Diamante che si vuole valorizzare con queste riprese e con questa collaborazione interamente made in sud. Buona l’interpretazione dei protagonisti, Andrea Posca e Giulia Diomede, provenienti dal mondo del teatro ma che hanno reso a pieno la psicologia e le dinamiche sentimentali della coppia. “La passione e la voglia di mettersi in gioco per la propria terra è sempre tanta”, ha detto Posca a proposito della sua decisione di interpretare questo ruolo.

A Sweet Dream, selezionato per il concorso “La Lanterna” di Genova e in occasione del quale sarà proiettato al pubblico, seguirà un altro progetto cinematografico, sempre realizzato dai registi Francesco Presta e Ferdinando Romito: si intitolerà “Tango del Mare” e vedrà la partecipazione dell’attore lametino Pino Torcasio e dell’attrice romana Chiara Pavoni.

powered by social2s