Scritto da Maria Rita Orrù

Quanto è difficile vivere.

L’essere umano nella sua esistenza è perennemente sottoposto a pressioni psicologiche, provenienti sia dal mondo esterno che dal mondo interiore. Per proteggersi è necessario essere sempre sul pezzo, coscienti e presenti a se stessi senza lasciarsi mai andare. Dal momento in cui ti concedi istanti di leggerezza devi essere consapevole ed in grado di saperli gestire.

Gestire non l’isolato istante, ma tutti quelli che potresti concederti nel prossimo futuro.

I momenti di leggerezza rappresentano svago, distrazioni, superficialità, divertimento. Ti fanno provare attimi di gioia, di piacere, ma se ti lasci troppo andare a questi, e li moltiplichi nel tempo,  è la fine.

La nostra mente ed il nostro corpo si assuefanno. Diventa uno stile, e forse anche una ragione, di vita e non se ne può più fare a meno. A quel punto il nostro mondo sarà rappresentato solo da cose futili. Si trasformerà in una insostenibile leggerezza dell’essere. Che non sarà più leggerezza ma pesantezza dell’essere. Saprai dare solo libero sfogo alle tue emozioni e non saprai più controllarle e contenerle.

L’essere umano è fragile e la vita, a volte, è troppo dura da sostenere. Per reagire alle difficoltà, per non cadere in tentazione, per tenere a bada le pulsioni e non cascare in frequenti attimi troppo liberatori è necessario essere dotati di grande freddezza, autocontrollo, forza caratteriale. Avere equilibrio mentale che, più che virtù naturale, è frutto di crescita personale. Contemperare il concedersi a libertà e momenti di leggerezza dal non concedersi.

L’insostenibile leggerezza dell’essere appare come un concetto seducente, piacevole ma cela l’oscurità che porta all’inconsistenza, all’evanescenza umana. Nascondersi dietro questo stile di vita non porterà a niente, se non ad una lenta autodistruzione. Non risolverà i problemi da cui si è afflitti ma si aggiungerà a questi. Ci renderà schiavi dell’inesistenza e di qualsiasi altra forma di dipendenza.

Porterà al totale abbandono dell’intelletto. Prevarranno solo gli istinti, quelli primordiali. La vita capitolerà nell’abisso e sgretolerà i nostri affetti.

Ciò non significa che non ci si debba mai dedicare al libero sfogo della propria leggerezza, alle proprie distrazioni, ma significa concedersi moderatamente. Dovrà sempre prevalere la ragione sull’istinto, il buonsenso sulla sconsideratezza, la coscienza sull’incoscienza.

Ripeto, la vita è già tortuosa di per sé e renderla dipendente dell’insostenibile leggerezza dell’essere, la complicherebbe ulteriormente.

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