E’ una mostra di nicchia quella proposta dal MAON, Museo d'Arte dell’Otto e Novecento di Rende, in Calabria. Una mostra per coloro che amano Burri e il minimalismo.

Mi piace parlarne qui su Matchnews perché ancora una volta ritrovo quel binomio, a me molto vicino, caratterizzato dallo sposalizio tra arte in senso stretto e letteratura. In questo caso, poesia. “Alberto Burri e i Poeti. Materia e suono della parola”, questo il titolo della mostra.

Un titolo che la dice lunga, che in poche battute riassume in modo efficace il senso dell’esposizione. La materia dell’artista, la forma, a confronto con il suono, con la voce dei poeti, di chi cioè trasforma il sentire in parole.

In questo caso specifico Alberto Burri e Giuseppe Ungaretti, che tanto amava l’artista umbro. Ma non solo.

La mostra, a cura di Tonino Sicoli, direttore del Museo di Rende, e di Bruno Corà, Presidente della Fondazione Burri, presenta al pubblico, accanto ad un’importante opera come Cellotex Eor 1 del 1985 (acrilico su tela, cm. 117 x 242, Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri), una serie di opere per così dire minori, ma ricercate ed originali, come copertine di libri realizzate dall’artista in occasioni particolari.

Così si legge nel comunicato stampa: “Quando, alla fine del ’49, Burri si misura con i sacchi che contenevano lo zucchero destinato agli alleati all’Italia, Emilio Villa, biblista e poeta, scrive: «Alberto Burri coltiva come in vitro, anzi come in lino, queste contrattili anatomie di organismi inespressi, incerti tra una parvenza di materiali biologici fuori uso e un ideale di fulminei universi tra il gigantesco e il minimissimo: una ambiguità spalancata, un desiderio di stringere ricordi di cose che devono chiarirsi».” 

E ancora Ungaretti così lo descrive in una lettera del 1963: «Burri, il medico, poi pittore reduce dalla prigionia nei campi di concentramento che, con quell’orrore negli occhi vuota, nelle sue opere, il bubbone infernale, ne mostra in mezzo ai lutti, l’ingiusto cratere di sangue e di fuoco voluto dall’inferno, e mostra come la fiamma della libertà domini alla fine anche il più atroce sadismo».

Le opere in mostra, che sono soprattutto tecniche miste su tela, sembrano con le loro linee essenziali e l’economia di colori, tradurre in disegno l’ermetismo poetico di Ungaretti. Non a caso i primi sessanta esemplari di “Dialogo” (1968), la raccolta di poesie fondata sullo scambio epistolare del poeta con la giovane poetessa brasiliana Bruna Bianco, contengono tutte una Combustione di Alberto Burri dedicata al maestro ormai ottantenne.

Alberto Burri ed i Poeti. Materia e suono della parola. Dall’11 novembre 2015 al 28 febbraio 2016 - MAON, Museo d'Arte dell’Otto e Novecento - Via Raffaele De Bartolo 1, Rende (CS). Orario: da martedì a sabato ore 10.00 – 13.30/15.30 – 19.00. Chiuso il lunedì e i giorni festivi

 

  1. Alberto Burri: Copertina 26 [1953/54] Inchiostro, oro, vinavil su tela cm. 36,5x50. Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri
  2. Alberto Burri: Copertina 24 [1953/54] Inchiostro, stoffa, vinavil su tela cm. 37x50. Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri
  3. Alberto Burri: Copertina 2 [1953/54] Inchiostro, vinavil su tela cm. 36,5x50. Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri
  4. Alberto Burri: Copertina 4 [1953/54] Inchiostro, oro, vinavil su tela cm. 36,5x50. Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri
  5. Alberto Burri: Copertina 5 [1953/54] Inchiostro, tempera, vinavil su tela cm. 36,5x50. Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri
  6. Alberto Burri: Cellotex Eor 1 [1985] Acrilico su tela cm. 117x242 Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri