La cosiddetta “via della seta” è stato lo strumento commerciale attraverso cui nei secoli si sono incontrate e reciprocamente influenzate le civiltà Occidentale ed Orientale.

Di questa azione, a ben guardare, poco conosce il grande pubblico in riferimento alla cultura cinese. Essa ha una storia di quasi 5.000 anni nel corso dei quali si sono succedute al potere più di 20 dinastie. Il loro principale luogo di origine, nonchè sede di diverse capitali, è stata una zona interna della Cina, chiamata Pianura Centrale.

Essa, per l’importanza politica – sociale - commerciale che ha assunto, è stata ritenuta dai contemporanei il “centro del mondo”, in senso lato l’ alter ego di Roma. Il periodo in cui si è affermato e rafforzato l’impero in Cina è stato quello compreso tra la dinastia Han (206 a. C. -220 d. C.) e quella Tang (581 – 907 d.C.). Nel secondo periodo, in particolare, è iniziata quella che può essere definita “età dell’oro” per la prosperità economica ottenuta grazie ai fiorenti commerci ed all’apertura a nuove conoscenze, stili di vita, religioni. In altri termini, la Cina ha costituito il centro culturale dell’Asia Orientale la cui fama si è sparsa in Europa e Nord Africa attraverso i traffici di merci tra il Mediterraneo e l’Asia.

In base alla rilevanza delle precedenti considerazioni, è stata organizzata una mostra dal titolo “Tesori della Cina Imperiale – L’età della rinascita fra gli Han e i Tang (206 a.C. – 907 d.C.)” che è stata inaugurata il 16 luglio e resterà aperta fino al 28 febbraio 2016 nei locali storici di Palazzo Venezia a Roma. In mostra vi è un’accurata selezione di 118 pregiatissimi manufatti scelti tra gli oltre centomila pezzi della collezione del Museo Provinciale dello Henan, uno dei maggiori della Cina. Le opere esposte risalgono al periodo compreso tra il 206 a.C ed il 907 d.C. ed offrono uno spaccato della civiltà cinese dell’epoca d’oro sottolineandone gli aspetti materiali e spirituali. Alcuni manufatti sono di eccezionale valore, tra di essi si ricorda una veste funeraria appartenuta all’alto funzionario cinese Liang Liwang, composta da oltre 2.000 pregiatissime tessere di giada cucite insieme con fili d’oro. Questo evento ha anche un’altra funzione sottolineata dai rappresentanti istituzionali: il Capo Ufficio Politico dell’Ambasciata Cinese in Italia Li Xiaoyong ed il Ministro italiano Dario Franceschini.

La mostra rappresenta una tappa di un percorso di collaborazione tra i Governi italiano e cinese avviato nel 2010 in occasione del quarantennale del riallacciamento delle relazioni diplomatiche. Si tratta della condivisione dello spirito dell’Agenzia UNESCO, ossia che una maggiore conoscenza reciproca rappresenta la base del dialogo tra i popoli. Inoltre, vi è l’impegno alla tutela del patrimonio artistico, un bene comune che appartiene a tutti i popoli. Questa sollecitudine si esplica attraverso una serie di iniziative tra cui il rafforzamento dello scambio di mostre in luoghi simbolo e l’invito del Governo Italiano, a fine luglio, rivolto ai Ministri della Cultura dei Paesi presenti all’Expo di Milano di avviare iniziative a difesa del patrimonio comune dell’umanità. A quest’ultima iniziativa hanno dato la loro adesione già i rappresentanti di 75 Paesi.

I patrocini della mostra sono autorevolissimi: il Ministero della Cultura della Repubblica Popolare Cinese, l’ Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali della Repubblica Italiana (MiBACT). L’organizzazione è dello State Administration of Cultural Heritage della Repubblica Popolare Cinese, delle Direzione Generale Musei del MiBACT e del Polo Museale del Lazio, in collaborazione con l’Amministrazione provinciale della regione cinese dello Henan.