Scritto da Manuela D'Aguanno
Vivian Maier: New York, NY, Septembre 1953© Vivian MaierMaloof Collection, Courtesy Howard Greenberg Gallery, New York

Nuoro - Molte, nonostante si tratti di una scoperta piuttosto recente, sono le mostre dedicate a Vivian Maier (New York, 1 febbraio 1926 – Chicago, 21 aprile 2009), sia in America che in Europa. Ora, finalmente, anche l’Italia ha deciso di ospitare questa singolare fotografa ancora qui da noi poco conosciuta.

E lo fa al MAN, Museo d’Arte Provincia di Nuoro, dal 10 luglio al 18 ottobre 2015.

Una storia che ha il sapore del romanzo, quella della Maier. Donna riservata ed eccentrica che dedicò la propria vita alle famiglie altrui senza costruirne una propria, ma che viaggiò anche molto raggiungendo posti come il Canada, la Florida, il Sud America, l’Europa, il Medio Oriente e l’Asia. Sempre in solitaria.

Di madre francese e padre austro-ungarico, Vivian Maier trascorre la maggior parte della vita in Francia, pur essendo nata a New York nel 1926. Tornerà nella sua città natale, per stabilirvisi definitivamente, solo nel 1951, lavorando come bambinaia per le famiglie benestanti, per poi trasferirsi ancora a Chicago nel 1956, dove resterà fino alla fine dei suoi giorni.

Proprio queste due città rappresentano il soggetto privilegiato - ma non l’unico - delle sue fotografie, scattate durante il tempo libero e le vacanze, e rimaste ben nascoste, assieme a tanto altro materiale documentario, fino al 2007, anno in cui il giovane giornalista americano John Maloof le acquistò, quasi per caso, in una casa d’aste di Chicago.

Degna di nota quindi l’iniziativa del MAN di Nuoro che offre la possibilità anche qui in Italia, per la prima volta, di godere dell’ operato artistico di questa intrigante ed appassionata fotografa.

In mostra 120 fotografie, dieci filmati in super 8 e una serie inedita di provini, scelti all’interno del ricco archivio, che comprende oltre 100.000 negativi, quasi ormai del tutto ricostruito.

Uno spaccato dell’America del secondo Novecento, dai primi anni Cinquanta agli anni Settanta, periodo in cui  il repertorio dell’artista registra un interessante cambiamento di visione dettato dal passaggio dalla Rolleiflex alla Leica.

E’ una fotografa attenta al dettaglio la Maier, che osserva con lo stesso spirito arguto, a volte velato di sarcasmo, sia gli ambienti più poveri delle città in cui vive e si muove, che il mondo dell’altra borghesia.

Ritratti umani per lo più, e immagini ‘di strada’, colte sul momento. E accanto a questi architetture e paesaggi, ma soprattutto autoritratti originalissimi ed innovativi.

La Maier infatti non fissa mai direttamente l’obiettivo: la ritroviamo sul riflesso di un vetro, in una sorta di ‘quadro nel quadro’, riflessa sulla superficie liscia di un vassoio d’argento, in uno specchio, nell’ombra sul terreno - addirittura nel cerchione di una Valls Wagen! - con lo sguardo quasi sempre rivolto altrove, come se volesse rubarsi, scoprirsi per caso, proprio come fa con tutti gli altri protagonisti delle sue foto, come se in quei momenti anche lei stessa fosse un’ “altra” da cogliere di sorpresa, da svelare ai suoi stessi occhi.

Sono scatti che rubano sorrisi, lacrime, indifferenza, amore, ricchezza e povertà, mantenendo tuttavia in ogni caso lo stesso lucido e sincero linguaggio, la stessa audacia, la stessa identica curiosità, senza mai tradirsi, senza mai cadere nel didascalico o nel banale, come solo una grande artista sa fare.

“Vivian Maier. Street Photographer” - Museo MAN - Via Sebastiano Satta 27, Nuoro - Dal 10 luglio al 18 ottobre 2015 http://www.museoman.it/ - http://www.vivianmaier.com/

 

  1. Vivian Maier: New York, 10 Septembre 1955 © Vivian MaierMaloof Collection, Courtesy Howard Greenberg Gallery, New York
  2. Vivian Maier: New York, NY, Septembre 1953 © Vivian MaierMaloof Collection, Courtesy Howard Greenberg Gallery, New York
  3. Vivian Maier: Sans titre,Chicago, 16 Mai 1957 © Vivian MaierMaloof Collection, Courtesy Howard Greenberg Gallery, New York

 

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