Probabilmente uno dei libri che ha lasciato il segno maggiore nella letteratura del secondo novecento, “Il buio oltre la siepe” di Harper Lee racconta una storia senza tempo, che ha come scopo quello di abbattere ogni barriera di razzismo e pregiudizio nei confronti delle realtà che non si conoscono.  Il racconto è affidato ad una vivacissima bambina di otto anni, Scout, che rimasta orfana di madre da molto piccola, vive la sua infanzia a Maycomb, una piccola cittadina dell’Alabama, con il fratello maggiore, Jem, con una governante di colore, Calpurnia, e con il padre Atticus, che è anche uno dei miglori avvocati della contea.

Quest’ultimo, viene nominato d’ufficio a difendere un uomo di colore accusato ingiustamente di violenza carnale su una ragazza bianca.  Grazie ad un animo privo di ogni razzismo l’avvocato mette il massimo impegno fino alla fine del processo per dimostrare l’innocenza del suo assistito, nonostante per questo venga aspramente criticato dalla sua comunità. Tutto questo viene raccontato dagli occhi ancora incantati di una bambina di otto anni che nonostante la sua giovane età deve fare i conti con le ingiustizie e con la cattiveria degli adulti che tanto la fanno indignare e che nel suo piccolo cerca di combattere.

Questa esperienza la porterà a maturare molto in fretta e sperimentare sulla propria pelle che bisogna liberarsi da ogni pregiudizio e impegnarsi a conoscere e ad approfondire anche la realtà che ci appare più evidente perché “non si conosce veramente un uomo se non ci si mette nei suoi panni e non ci si va a spasso.”