Scritto da Fiorella Ialongo

Il mio professore di pedagogia amava ripetere: “Se vuoi comprendere qualcosa, chiedilo ad un maestro delle elementari, vedrai che saprà spiegartelo in maniera semplice e sintetica”.

La semplicità, tuttavia, non é una prerogativa del corpo docente delle primarie, ma un principio guida anche di altre professioni. Un esempio eccellente é stato Steve Jobs che ha trasformato in fattori vincenti la funzionalità e la semplicità. Quest’ultima quindi, non fa rima con banalità, ma con l’andare dritti al contenuto, privandolo di fronzoli, orpelli, per cui non é ciò a cui non può essere aggiunto nulla, bensì é quello a cui non é possibile togliere altro.

Quanto affermato, accanto ad una passione che scalda il cuore, fatta di un sentimento forte che le durezze della vita non hanno scalfito, sono gli elementi  che si leggono “tra le righe” dell’ultimo libro di Aldo Armentano: “Terra nostra”. Esso é una lettera d’amore sui generis per il pianeta che abitiamo, scritta ispirandosi a San Francesco, a “Sora nostra madre Terra”. In fondo, cosa sappiamo di essa? A ben guardare poco, se consideriamo i suoi misteri, la sua storia di miliardi di anni, eppure basta distendersi su un prato per sentire il suo soffio, la sua anima.

E’ proprio questo senso di appartenenza e di comunione l’elemento centrale per difendere l’ecosistema che abitiamo, perché  a ben guardare, siamo custodi e non proprietari. Questo significa che la Terra ci dà la vita, il nostro sostentamento, al termine della nostra esistenza ad essa ritorniamo, e come avremo agito in questo lasso di tempo ci darà la misura della nostra umanità, della nostra dignità.

Lo stile dell’opera rifugge la saccenza di alcuni scienziati o il terrorismo di altri, ben sapendo l’autore che siamo, purtroppo, quasi assuefatti a certe previsioni apocalittiche sul nostro destino se non presteremo attenzione all’ecologia. Armentano, con la sua opera, si rifà ad un importante divulgatore delle Nazioni Unite che é riuscito ad ottenere risultati superiori alle aspettative comunicando in modo da creare empatia con il destinatario del messaggio.

Per questo l’autore del libro accompagna il lettore come il padre nella parabola del figliol prodigo, fiducioso nella sua conversione, cioé nel suo cambio di passo dopo aver compreso i suoi errori.

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