E’ un lavoro scritto in punta di penna l’ultimo romanzo di Aldo Armentano: “Il cerchio”. Un’opera scritta con il cuore, delicata, che esprime tenerezza come il canto degli uccelli al mattino, le stesse sensazioni che ispira l’immagine della copertina.

Da essa si intuisce il ritmo della vita che si chiude per aprirsi nuovamente all’esistenza nel moto continuo delle generazioni. Il linguaggio lineare ed immediato, la bontà dei sentimenti espressi quasi con pudore, rimanda ad opere quali “Cuore” e “I ragazzi della via Pal”. Ma non è un testo per ragazzi, piuttosto una sorta di vademecum di un padre al figlio, come principi-guida da trasmettere del modo di vivere. Per questo è interessante focalizzare l’attenzione sui colori della copertina, sul significato che essi possono assumere come griglia di lettura di questo romanzo eclettico, con incursioni nella psicologia e nella astrologia egizia.

Senza dimenticare che i colori operano in maniera differente su un piano razionale ed inconscio, stimolando emozioni e sentimenti. Lo sfondo è di colore bianco, in esso sono racchiuse le differenti tinte,  simboleggia l’innocenza, la spiritualità, la pace, come evidenziato anche dalla colomba. Gli altri colori sono caldi, molto amati dagli estroversi. Il giallo, sovente accostato al girasole, rispecchia della nostra stella la luce ed indica la tensione verso la positività.

L’arancione è dato dalla mescolanza del giallo con il rosso, simbolo del cuore e della combattività, per cui ne deriva una nuance per la forza psico-fisica, l’azione, la determinazione, l’incoraggiamento nelle difficoltà. Il coloro nero è notoriamente collegato alla guerra, al lutto. Il marrone sovente è bistrattato come tinta, ma possiede un senso profondo, ovvero il concetto della Madre terra, delle proprie origini, del posto in cui ci si sente a casa. Il verde, in tutte le sue sfumature, è il risveglio della primavera, della fecondità, della rinascita, in una parola della speranza.