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Negli scenari globali l’economia cresce con incertezze che ne possono condizionare gli sviluppi futuri.

In questa linea molti analisti concentrano i loro studi su fattori quali l’andamento del prezzo delle materie prime, le variazioni nei rapporti di forza a livello geopolitico, le crisi legate alle migrazioni dei rifugiati. Accanto a questi elementi vi sono altri dati di indeterminatezza legati a mutazioni macroeconomiche. Un esempio tra i più rilevanti è rappresentato dalla Cina. Essa sta completando un coraggioso ed ambizioso passaggio da un’economia basata sull’industria a quella sui servizi, da uno sviluppo trainato dalle esportazioni ad uno maggiormente basato sui consumi interni.

Si tratta di cambiamenti epocali che sono resi necessari per accrescere e rafforzare il proprio ruolo e la posizione del Celeste Impero nello scacchiere globale ed i cui benefici effetti saranno maggiormente evidenti nel lungo periodo. In quello a breve, queste positive trasformazioni stanno provocando un rallentamento dell’economia cinese il cui tasso di crescita è sceso al di sotto delle due cifre del periodo precedente attestandosi intorno al 6-7%. Tale rallentamento si riflette, a sua volta, sul trend del commercio internazionale. Questi cambiamenti economici, accanto ad altri globali, stanno condizionando fortemente le scelte politiche, come confermato dalla Brexit e dall’elezione presidenziale di Donald Trump, in particolare l’inquilino della Casa Bianca sembra intenzionato ad attuare una politica protezionistica. Detto diversamente, citando un antico proverbio cinese, quando si alza forte il vento del cambiamento vi è chi erige muri e chi costruisce mulini.

Questo significa che colui che vuole agire con razionalità nei periodi difficili, dovrebbe saper sfruttare il vento per beneficiarne. Le precedenti considerazioni possono essere valide nei confronti della Cina nel senso che l’economia italiana può trarre grandi benefici da un’apertura al mercato cinese. Il Celeste Impero ha una popolazione di 1,5 miliardi di persone; il suo mercato non è per molti aspetti saturo come quello europeo; i suoi abitanti amano i prodotti italiani e sono in costante aumento i nuovi ricchi con un’ottima capacità di spesa; il loro modello di business sta diventando molto più selettivo. Le precedenti considerazioni sono alcune di quelle evidenziate nel corso della presentazione del libro: “Cina: dinamismo e globalizzazione” di Simona Agostini, Intermedia Edizioni. Ulteriori elementi sono emersi tra cui il fatto che l’autrice ha maturato, tra le altre esperienze, una ventennale competenza internazionale nei campi economico e finanziario; ha pubblicato già, con la stessa casa editrice Intermedia Edizioni di Orvieto, altri due volumi intitolati: “Parliamo francamente” e “Toglietemi tutto ma non le vacanze. I russi scelgono l’Italia”.

Inoltre, Simona Agostini scrive per vari periodici tra cui il mensile bilingue “Cina in Italia”, tra i più autorevoli nei rapporti culturali sino – italiani. Nell’opera si svolge un’analisi della transizione economica della Cina descrivendola a tutto tondo attraverso un linguaggio chiaro e sintetico. Il libro armonizza insieme il macro ed il micro, ad esempio il commercio mondiale ed il tartufo italiano a Shanghai, l’alta finanza e la mostra dei Tesori della Cina Imperiale. La presentazione si è svolta nei locali dell’Università degli Studi Internazionali di Roma in collaborazione con importanti associazioni come l’Ancislink, nel corso del convegno dal titolo: “La sfida della Repubblica Popolare Cinese alla globalizzazione”.

Il coordinamento dell’evento è stato del Preside della Facoltà di Economia Antonio Magliulo; i qualificati relatori sono stati il Consigliere Culturale dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia Jianda Zhang, il Presidente onorario di Associna Marco Wong, il Docente di relazioni internazionali dell’Università Angelicum Luigi Troiani il quale ha scritto la prefazione del libro, la portavoce della “Rete Nuova Europa” Stefania Schipani.