Dorothy Whitney, Paris, 1926 © Berenice Abbott/Commerce Graphics/Getty Images. Courtesy of Howard Greenberg Gallery, New York

La città sarda e il suo museo celebrano stavolta l’attività di una delle più singolari e intraprendenti fotografe del Novecento.

Nuoro. L’America e l’Europa. New York, Parigi, Berlino. Il sodalizio con Man Ray. La passione per il lavoro di Eugène Atget. L’amore al femminile. E poi ancora New York. Non bastano certo queste poche righe a raccontare la vita della coraggiosa Berenice Abbott. Ma queste stesse poche righe possono però darne un’idea tracciandone le linee più marcate.

Berenice Abbott. Topografie. Questo il titolo della mostra che il Man, Museo d’Arte Provincia di Nuoro ospita fino al 21 maggio 2017. Lo scopo omaggiare l’attività di questa originale fotografa statunitense con la prima mostra antologica italiana che ne racconti l’evoluzione artistica, poiché se si tratta di foto, di arte si parla. Ma non solo. Si tratta anche di scienza. La Abbott infatti, che inizia la propria carriera studiando scultura e poi si appassiona alla fotografia grazie a Man Ray, diede, col suo lavoro, un importante contributo alla fotografia scientifica, tanto che, come si ricorda nel comunicato stampa, nel 1940 Berenice diventa picture editor per la rivista “Science Illustrated”.

«In linea con le coeve ricerche artistiche sull’astrazione, Berenice Abbott realizza (...) una serie di fotografie di laboratorio, concentrandosi sul dinamismo e sugli equilibri delle forme, con esiti straordinari».

Siamo verso la metà del Novecento. Ma prima di approdare qui la Abbott ha illustrato nei suoi memorabili ritratti l’élite culturale e artistica del tempo: Jean Cocteau e James Joice, il già citato Eugène Atget, Max Ernst, André Gide e tanti altri.

La mostra al Man di Nuoro, curata da Anne Morin,  segue non a caso un ordine tematico che è nello stesso tempo anche cronologico. Ottantadue fotografie originali, scattate tra gli Anni Venti e gli Anni Sessanta, suddivise in tre grandi sezioni: il ritratto, New York, e le fotografie scientifiche.

Certamente, nella carriera della fotografa nata a Springfield nel 1898, la Grande Mela gioca un ruolo fondamentale.

Dopo l’incontro con Atget (che con la stessa cura aveva illustrato la Parigi del tempo) decide di raccontare a modo suo la metropoli americana, di documentare la New York degli Anni Trenta, immortalandone, attraverso i grattacieli, le strade e le architetture, il cambiamento in atto.

Tra gli scatti in mostra i ritratti dell’attrice Dorothy Whitney (1926) e di Eugène Atget (1927), la Fifth Avenue (1936) e la suggestiva veduta notturna di New York del 1932.

 

Berenice Abbott. Topografie

17 Febbraio 2017 - 21 Maggio 2017

Museo MAN - Via Sebastiano Satta 27, Nuoro - Orari: dal martedì alla domenica ore 10.00 – 20.00  (lunedì chiuso)

tel. +39 0784 25 21 10 - www.museoman.it

  

1.   Dorothy Whitney, Paris, 1926 © Berenice Abbott/Commerce Graphics/Getty Images. Courtesy of Howard Greenberg Gallery, New York

2.   Nightview, New York, 1932 © Berenice Abbott/Commerce Graphics/Getty Images. Courtesy of Howard Greenberg Gallery, New York Dorothy Whitney, Paris, 1926 © Berenice Abbott/Commerce Graphics/Getty Images. Courtesy of Howard Greenberg Gallery, New York Fifth Avenue

3.   Van De Graaff Generator, Cambridge, MA, c.1958 © Berenice Abbott/Commerce Graphics/Getty Images. Courtesy of Howard Greenberg Gallery, New York

4.   Eugène Atget, 1927 ©Berenice Abbott/Commerce Graphics/Getty Images. Courtesy of Howard Greenberg Gallery, New York

5.   Trinity Churchyard New York, 1934 ©Berenice Abbott/Commerce Graphics/Getty Images. Courtesy of Howard Greenberg Gallery, New York

6.   Falling Balls of Unequal Mass, 1958-61 © Berenice Abbott/Commerce Graphics/Getty Images. Courtesy of Howard Greenberg Gallery, New York

7.   Fifth Avenue Houses, Nos. 4, 6, 8, 1936 ©Berenice Abbott/Commerce Graphics/Getty Images. Courtesy of Howard Greenberg Gallery, New York