Scritto da Manuela D'Aguanno

‘Vita. Morte. E poi?’ Questo il titolo della mostra allestita presso la Sala Santa Rita di Roma dal 29 al 31 dicembre 2016. Un originale e fertile incontro tra l’arte visiva e la narrativa che vede protagonisti i giovani artisti Luigi Annibaldi e Agrin Amedì e i racconti degli allievi della Scuola di Scrittura Omero.

La mostra, a ingresso libero, che inaugurerà giovedì 29 dicembre alle ore 19.00, prevede un’installazione a raggiera al centro della sala a richiamare idealmente la pianta ottagonale dell’ex chiesa, ora sconsacrata, di via Montanara 8. Le opere di Annibaldi e Amedì, dodici colorati disegni e collage digitali nati per illustrare i racconti, si sviluppano attorno ad un asse centrale sorrette da fili trasparenti.

Non si tratta tuttavia di una mostra tradizionale nel senso stretto del termine. Ciò a cui i visitatori avranno la possibilità di assistere sarà infatti un singolare e felice connubio tra le arti: non solo opere d’arte visiva dunque, ma anche musica e soprattutto letteratura.

Accanto ad ogni tavola ci sarà un QR code attraverso il quale, scaricando l’apposta applicazione, si potrà leggere direttamente dal telefonino il racconto, nato nei laboratori della Scuola Omero, la prima scuola di scrittura creativa in Italia, che ha ispirato l’opera. E se l’occhio può ritenersi soddisfatto, l’udito non sarà da meno: l’installazione sarà infatti arricchita da brani musicali alternati a letture registrate, tratte dai racconti stessi.

Vita. Morte. E poi? Un titolo che fin da subito svela il filo conduttore della mostra. L’intento, tanto delle opere quanto dei racconti, è indagare, portandoli a galla, condizioni e aspettative della natura umana: le scelte di vita e le sue ragioni, la paura, il desiderio di morte con le sue implicazioni, l'ignoto, la perdita di fiducia, l’autoironia e la speranza.

Tra le opere in mostra dei due artisti, che in comune hanno la predilezione per i colori accesi e le ampie campiture monocrome, oltre ad un certo taglio minimalista, si ricordano Lei è cambiata, L’intruso, e Come mi vuoi di Agrin Amedì e Che vuol dire Lolita?,  L’oliva e Sia lodato l’Altissimo di Luigi Annibaldi, ognuna ispirata rispettivamente all’omonimo racconto da cui l’opera prende il titolo.

Un esempio dunque del modo di fare arte oggi, in cui una pittura senza pennelli, con occhio indagatore e di natura digitale, trasforma in immagine la parola scritta. Le opere di Agrin Amedì e Luigi Annibaldi sembrano infatti  riproporre, in chiave del tutto contemporanea, il concetto, invece millenario, dell’ut pictura poesis, ovvero il rapporto tra la pittura e la letteratura, e la loro reciproca influenza, inserendosi appieno nell’eterna gara, mai ad oggi risolta, tra immagine e verbo.

 

Vita. Morte. E poi?

29 – 31 dicembre 2016

Sala Santa Rita, via Montanara 8, Roma

Orario: 29 dicembre, 14.00 – 21.00; 30 dicembre, 10.30 – 20.30; 31 dicembre, 10.30 – 18.00

Inaugurazione giovedì 29 dicembre ore 19.00 - Ingresso libero

  1. Luigi Annibaldi, Miledy65, Marte7 e le 2 zanzare, collage digitale, 80 x 120 cm
  2. Agrin Amedì, Come mi vuoi, disegno digitale, 80 x 80 cm
  3. Luigi Annibaldi, Sia lodato l’Altissimo, collage digitale, 80 x 120 cm
  4. Agrin Amedì, La La La, disegno digitale, 80 x 80 cm

 

powered by social2s