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La pittrice Patrizia Balzamo è una donna fine, raffinata, con un sorriso dolce ed accogliente.

Questi stessi caratteri, insieme ad altri, si ritrovano nei suoi quadri esposti nella mostra intitolata “Istanti”. Essa è visitabile presso l’Istituto San Luigi dei Francesi in Largo Toniolo 22 a Roma, dal martedì al venerdì con orario continuato dalle 13,00 alle 19,00 il sabato fino alle 14 ed è organizzata dall’Accademia Angelico Costantina, un’istituzione culturale internazionale. In un’intervista che ci ha concesso la pittrice ha spiegato il titolo della mostra. Nelle tele esposte ha voluto raffigurare persone, luoghi o contesti che l’hanno colpita.

Di essi ha voluto trasporre sulla tela un attimo preciso, quasi fosse un fotogramma, poiché la vita è un continuo divenire e di questo dinamismo possiamo raffigurare un frammento. Questi concetti sono stati ulteriormente precisati dalla curatrice della mostra e critica d’arte , Elena Gradini , nel corso di una conferenza che ha tenuto durante il vernissage e che si ritrovano nel suo commento critico. In esso la curatrice ha scritto che l’elemento “che anima l’artista Patrizia Balzamo è quello di saper guardare il mondo in cui viviamo e del quale ci nutriamo senza filtri visivi, pregiudizi, consigli fuorvianti. Saper vedere attraverso innesca nell’artista un procedimento critico per riduzione, che libera persone e mondi dalle incrostazioni superflue del quotidiano e rivela le cose quali esse sono; sguardi, emozioni, trionfi di colore, sentimenti particolari e contingenti dell’animo, catturati nell’effimero del momento”.

Nel corso della stessa serata il prof. Carlo Sportelli dell’Università “Roma Tre”, storico d’arte, ha tenuto una conferenza dal titolo: “Martirio e morte di un artista geniale e ribelle: Caravaggio. Per ricordare tutti i profughi e chi è ancora in attesa di Misericordia”. In essa il docente accademico ha illustrato il percorso artistico e le tormentate vicende personali di uno dei nostri maggiori artisti rinascimentali. Si è soffermato, in particolare, sull’analisi critica dei quadri di Caravaggio comparando, ad esempio, i colori pieni di vita della “cesta di frutta” dipinta in gioventù, con quelli più cupi e carichi di tormento raffigurati negli ultimi anni di vita del grande pittore. Nel secondo caso la bellezza del dipinto risente sicuramente delle sofferenze interiori dell’autore, del suo sentirsi in pericolo di vita, braccato, costretto ad una vita insicura come quella dei pellegrini.

Questi ultimi sono anche i protagonisti di una delle opere più belle di Caravaggio, custodita nella chiesa di S. Agostino a Roma. Nella tela sono raffigurati due pellegrini ai piedi della Madonna che possono essere ritenuti l’emblema dei rifugiati, hanno i piedi sporchi, ma sono desiderosi di Misericordia.

Quella che chiedono alla Vergine non è pietà o buoni propositi ma dignità, un’occasione di riscatto, un esempio di benevola accoglienza che ha attraversato i secoli e che interpella ancora oggi le nostre coscienze. Ospiti illustri al vernissage sono stati il Segretario Generale della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, l’Ambasciatore Lucio Alberto Savoia ed il conduttore televisivo Michele Mirabella.